Il patto d’acciaio tra l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel è ormai un lontano ricordo e anche oltralpe s’inizia a mettere in discussione la linea del rigore di Bruxelles.
Schiacciata da disoccupazione, deficit pubblico e Pil in caduta libera, anche la Francia – costretta a varare un severo piano di dismissioni e tagli alla spesa – entra ufficialmente nel club dei Paesi che lamentano gli effetti recessivi dei diktat di Berlino in Europa.
In vista del congresso che tra poche settimane ne rinnoverà i vertici, è il Partito Socialista francese a denunciare “l’intransigenza egoista” della cancelliera tedesca, invitando il presidente François Hollande a sfidare la Germania sull’austerità imposta finora come unica ricetta contro la crisi della zona euro.
L’EGOISMO DELLA CANCELLERIA TEDESCA
In un documento sull’Europa diffuso ieri, che sarà presentato a giugno al congresso del partito, i socialisti accusano Merkel di “non pensare ad altro che ai depositi dei risparmiatori tedeschi, alla bilancia commerciale di Berlino e al suo futuro elettorale”.
Un linguaggio diretto e inedito, che punta a riguadagnare consensi nell’ala sinistra della maggioranza, delusa dalla politica economica del governo.
LA DELUSIONE DI HOLLANDE
Frustrazione condivisa e manifestata più volte proprio dal premier francese Hollande, che non ha mai nascosto la sua idea di voler fronteggiare la crisi europea puntando sulla crescita piuttosto che sull’austerità.
UNA SFIDA ALLA DESTRA
Nel documento del partito si sottolinea come il progetto europeo venga danneggiato “da un matrimonio di convenienza tra le tendenze thatcheriane dell’attuale premier britannico e dall’intransigenza egoista della cancelliera Merkel”, Per questo, il Partito Socialista sottolinea come “sfidare democraticamente la destra europea comporti un confronto politico con la destra tedesca”.
UN PICCOLO PASSO INDIETRO
Intanto – rende noto Le Nouvel Observateur – forse anche a causa della dura reazione del partito di centrodestra francese Ump che l’ha accusato di “germanofobia“, il Partito socialista manterrà le sue critiche alla Germania, ma ritirerà dal testo finale del documento i termini più aggressivi rivolti alla cancelliera Merkel“. A dichiararlo è un deputato di sinistra, Jean-Christophe Cambadélis.