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Ipotesi (premature) sulla riforma della Curia

La decisione di Papa Francesco di istituire un gruppo di otto cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Curia romana ha destato molto interesse. Una scelta tipicamente gesuitica per Francesco Clementi, professore di diritto pubblico comparato presso l’Università degli Studi di Perugia e autore del volume “Città del Vaticano” (Il Mulino), secondo il quale andrebbe ad innovare in modo significativo la Chiesa rendendola così una grande “organizzazione che si fonda sulla capacità di ascolto delle comunità locali. Una struttura propria, in primis, della Compagnia di Gesù, alla quale Bergoglio appartiene”, commentava in un’intervista a Formiche.net.

Ma su questo tema l`arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, in un’intervista pubblicata oggi sull’Osservatore romano, invita a essere cauti: “Dopo avere parlato con il Santo Padre, posso dire che in questo momento è assolutamente prematuro avanzare qualsiasi ipotesi circa il futuro assetto della Curia. Papa Francesco sta ascoltando tutti, ma in primo luogo vorrà ascoltare chi ha scelto come consiglieri”.

Tante le ipotesi infatti sulla prossima riforma della Curia. “Si sono sentite molte voci – prosegue l’Osservatore romano – bilanciamento di poteri, moderatori, coordinatori, superministeri dell`economia, rivoluzioni”.

“In effetti – risponde Becciu – è un po’ strano: il Papa non ha ancora incontrato il gruppo di consiglieri che si è scelto e già i consigli piovono”.

E come dichiara il quotidiano della Santa sede qualcuno è arrivato a sostenere che il gruppo di otto cardinali che il Papa ha nominato per consigliarlo “possa mettere in discussione il primato del Papa”. E’ “un organo consultivo, non decisionale, e davvero non vedo come la scelta di Papa Francesco possa mettere in discussione il primato”, ha risposto l’arcivescovo Becciu.

“Non vorrei che la curiosità per gli assetti e le strutture della Curia romana – ha aggiunto Becciu – facesse passare in secondo piano il senso profondo del gesto compiuto da Papa Francesco”.

 



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