Il presidente della Camera Laura Boldrini dice no all’anarchia del web e denuncia le minacce a sfondo sessuale e le promesse di morte violente rivolte alla sua persona tramite web. In una lunga intervista concessa al quotidiano La Repubblica Boldrini ha invitato ad aprire “una discussione seria e serena”, mettendo l’accento sul fatto che le vittime di questo genere di campagne di minacce sono soprattutto le donne che ricoprono ruoli pubblici. Le denunce sono partite, “ma è come svuotare il mare con un bicchiere”, ha detto il presidente della Camera. Un’apertura che per Boldrini punta a “decisioni misurate, sensate, efficaci. Senza avere paura dei tabù, che sono tanti, a destra come a sinistra. La paura paralizza. La politica deve essere coraggiosa, deve agire”.
Solidarietà al presidente della Camera
E proprio dalla Rete sono giunti molti messaggi di solidarietà al presidente della Camera, soprattutto da parte di quelle stesse donne che Boldrini mira a proteggere con il suo appello su Repubblica.
“È indubbio che a Laura Boldrini va la piena solidarietà” – ci tiene a sottolineare in una conversazione con Formiche.net Alfonso Fuggetta, amministratore delegato di Cefriel, centro di eccellenza per l’innovazione, la ricerca e la formazione nel settore dell’Information & Communication Technology del Politecnico di Milano, per evitare ulteriori fraintendimenti che sono apparsi in Rete -. Così come è scontato che le forze di pubblica sicurezza e la politica debbano perseguire gli autori di queste minacce”.
Il lato oscuro della Rete
Ma il punto è un altro ed è stato riassunto da Fuggetta così su Twitter: “Le parole di L. Boldrini, al di là del contenuto, testimoniano del fatto che di Internet i politici si occupano solo per i lati “oscuri”.
Fuggetta si sofferma su due aspetti: “Internet non è un mondo marziano dove non vige alcuna legge, ma una parte del mondo reale dove vigono le stesse leggi dello Stato”, precisa il prof. con riferimento alle dichiarazioni della Boldrini a Repubblica: “So bene che la questione del controllo del web è delicatissima – ha detto Boldrini – .Non per questo non dobbiamo porcela. Mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta, o attraverso una scritta sul muro, sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia via web. Me lo domando, chiedo che si apra una discussione serena e seria”.
L’altra faccia del digitale
Sono proprio queste ultime parole pronunciate da Boldrini ad aprire alla seconda riflessione del prof. Fuggetta: “Colpisce che a pochi giorni dalla nomina dei ministri del governo Letta ed esattamente il giorno dopo la comunicazione ufficiale dei sottosegretari, tra ben 63 persone non ve ne sia una che si occupi in positivo delle tematiche delle Rete e dell’innovazione digitale. L’unica persona competente potrebbe essere il ministro dell’istruzione Chiara Carrozza, che sarà certamente assorbita da altri problemi che riguardano la Scuola, l’Università e la Ricerca Scientifica”.
Sono parole amare quelle di Fuggetta che in un Paese dove c’è ancora molto da fare nel processo di digitalizzazione evidenziano come il digitale diventi un tema scottante solo in queste circostanze che propongono una lettura in chiave negativa della Rete: “Più volte in campagna elettorale abbiamo sentito fare appello alla Rete come risorsa per il nostro Paese ma il tema sembra poi sfumare quando giunge il momento delle scelte importanti”.
Tutto qui il digitale?
“Molti progetti di legge degli scorsi governi – continua Fuggetta – puntavano principalmente ad inserire blocchi e controlli al mondo di Internet. È tutto qui il tema del digitale? Il neo ministro dell’Innovazione nella Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, riproporrà norme per imbrigliare la rete più che per usarla come occasione di crescita sociale ed economica?”, chiede Fuggetta.
“La Rete è uno strumento potentissimo che amplifica ogni effetto e per questo richiede certamente una grande attenzione e responsabilità da parte delle autorità e della società in generale. La responsabilità della politica consiste nell’essere consci di tutto ciò, facendo però crescere la consapevolezza che questo strumento offre opportunità straordinarie”. Non bisogna dimenticare – aggiunge l’esperto – che il processo di innovazione digitale punta ad offrire un importante contributo nell’ottica della razionalizzazione della spesa pubblica e, in generale, della promozione della crescita del nostro Paese. Quindi la domanda da porsi non è semplicemente come controllare Internet e le tecnologie digitali, ma come possiamo usarle in quanto leve per uscire dalla crisi”.
Concorde con quanto sostenuto da Alfonso Fuggetta è stato Riccardo Luna che così ha scritto in un Tweet: “Stimo @lauraboldrini ma mi aspettavo dicesse che dobbiamo portare internet a tutti subito, non che serve una legge speciale per i web-bulli”.