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Su Letta le spine di Biancofiore. Perché il sottosegretario non si dimette?

Neanche due giorni dalla nomina, e parte il primo cambio di poltrone per Michaela Biancofiore, la sua “ultima chance”, perché è venuta meno alle “regole di ingaggio” fissate dal premier Enrico Letta. E’ quanto trapela da Palazzo Chigi dopo la secca nota con la quale sono state modificate le deleghe alla sottosegretaria.

“Tecnicamente”, si premette, non si tratta di “revoca” delle deleghe, perché in realtà non erano ancora state assegnate ufficialmente, ma in origine la berlusconiana Biancofiore era destinata a coprire quelle per le “pari opportunità, sport e politiche giovanili” e non alla Pubblica amministrazione. Tutto nasce dalle polemiche scatenata per le sue posizioni rispetto l’omosessualità. Anzichè con la neo ministro Yosefa Idem, Biancofiore al Governo collaborerà infatti con il ministro Giampiero D’Alia, titolare del dicastero dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione.

La decisione di Letta

A far scattare la decisione, fanno sapere le stesse fonti, è stata l’intervista della Biancofiore a “La Repubblica” che ha appunto contravvenuto alle “regole di ingaggio” che erano state fissate ieri da Enrico Letta, con al fianco il vicepremier Angelino Alfano, durante il giuramento dei nuovi sottosegretari. Ieri sera, infatti, il premier aveva detto con molta chiarezza ai sottosegretari, fanno osservare le fonti di Palazzo Chigi, che occorreva “sobrietà nell’attivita” di governo e nelle parole. Una “sobrietà” necessaria sempre, aveva spiegato, ma ancor di più per questo governo e in questa fase della vita del Paese.
Come se non bastasse, oltre alla “violazione” delle “regole di ingaggio”, c’è la natura “molto delicata” dei temi che ha toccato la Biancofiore. Ecco perché questo cambiamento di attribuzione delle deleghe è ‘l’ultima chance’ che il presidente del Consiglio da’ alla sua sottosegretaria.

Le accuse a Biancofiore

Biancofiore ha espresso “in passato posizioni molto conservatrici sui diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans”, ha attaccato il Pd Ivan Scalfarotto. “Una scelta infelice”, ha fatto eco il senatore democrat ed ex presidente di Arcigay Sergio Lo Giudice. “Inopportuna”, ha rincarato la dose Franco Grillini.

L’autodifesa di Biancofiore

Accuse dalle quali la stessa Biancofiore si difende: “Non sono omofoba. Mi piacerebbe per una volta che anche le associazioni gay, invece di autoghettizzarsi e sprecare parole per offendere chi non conoscono, magari condannassero i tanti femminicidi delle ultime ore. Difendono solo il loro interesse di parte”. Parlando a Repubblica, Messaggero e Corriere della Sera, la sottosegretaria per le Pari Opportunità Michaela Biancofiore si è difesa dalle accuse di omofobia. ‘Nei miei confronti – ha detto – è stata messa in atto una discriminazione preventiva ingiustificata e fondata su presunte dichiarazioni malamente estrapolate”.

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