Lo spostamento di alcuni marines a Sigonella, in Sicilia, non deve far temere il peggio. A dirlo è Andrea Margelletti (nella foto), presidente del CeSI, Centro Studi Internazionali.
“Si tratta di un’operazione che ha come unico obiettivo quello di essere in grado in fretta di intervenire in operazioni di salvaguardia di vite umane. Quello dispiegato – commenta l’esperto di sicurezza e geopolitica – è un contingente Nato che arriva in una base del nostro Paese, per cui ogni tipo di iniziativa verrà comunque concordata con il Governo italiano”.
L’unità è dotata degli aerei da trasporto Bell Boeing CV-22 Osprey, un “convertiplano” (un bi-turboelica capace di decollare come un elicottero e poi prendere il volo alla stregua di un normale aereo). Il velivolo in questione può trasportare fino a 24 soldati completamente equipaggiati alla velocità massima di 509 chilometri orari.
Per Margelletti, il dispiegamento annunciato dal Pentagono è stato pensato allo scopo di non farsi cogliere di sorpresa nel caso di un’improvvisa escalation di violenza in Libia. “Dopo l’uccisione dell’ambasciatore degli Stati Uniti Chris Stevens, vittima di un attentato di Al Qaeda proprio a Bengasi, e l’attacco a gennaio scorso al console italiano Guido de Sanctis per mano di estremisti salafiti, nelle ultime ore si registrano nuove tensioni. Da qui la necessità di organizzare una forza altamente rapida con la capacità di mettere in salvo civili in caso di attacchi”.