C’è un’aria di calumet della pace alla destra del Parlamento italiano, o meglio, al di fuori dei due rami delle Camere. Perché se da un lato le scorse elezioni sono state caratterizzate dalla primizia assoluta rappresentata da Beppe Grillo, dall’altro la balcanizzazione della destra sembra essere stata (solo ora) metabolizzata dai protagonisti. Che adesso puntano ad un rassemblement in vista delle elezioni europee del 2014. All’inizio si sono annusati, con diffidenza reciproca e con sopraccigli alzati. Troppo forte la tentazione di lasciare per terra i cocci di un’area spaccata dalla leadership di Gianfranco Fini. Ma in seguito, complice qualche colomba e un paio di calcoli sul patrimonio della Fondazione di An, i duri e puri contrari al dialogo hanno lasciato il campo a piccole aperture e a ipotesi di percorsi comuni.
Una prima occasione di incontro c’è stata oggi a Palermo, dove è andata in scena la prova generale di un disegno forse un po’ antico ma che al momento è l’unico percorribile per i reduci della fu Alleanza nazionale. L’ex coordinatore del Pdl Domenico Nania, quello di Fli Roberto Menia e il leader de La Destra Francesco Storace si sono incontrati a Palazzo dei Normanni, con un’idea chiara: rimettere assieme i tasselli del contenitore frutto della svolta di Fiuggi, verificando i margini di manovra per un fronte comune che coinvolga anche Fratelli d’Italia. Immaginare una sorta di AN 2.0, senza braccia alzate o rigurgiti xenofobi, ma in grado di rappresentare un contenitore democratico ed europeo, tipicizzato come una destra moderna e che guarda con interesse alle esperienze di Cameron e Aznar, passando per la verve ambientalista del sindaco di Londra Boris Johnson.
Al momento, al netto di percentuali e intenzioni, solo i Fratelli d’Italia di La Russa e Meloni hanno una rappresentanza in Parlamento per un’area che tendenzialmente potrebbe avvicinarsi al 6-8% se viaggiasse sullo stesso treno. Ma prima di definire mete e compagni di avventura, forse sarebbe utile individuare la strategia da attuare, pescando in alcune pillole di saggezza di marca “tatarelliana”: senza strappi, fratture o fughe in avanti. Ma consapevoli che per costruire occorre ricucire e non frantumare.
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