Il governo è pronto a varare un decreto legge per rivedere la riforma Fornero. A spiegarlo è il Corriere della Sera in un articolo che riassume i punti salienti di uno degli interventi più attesi del governo Letta e che fa il paio con un articolo di Repubblica sullo stesso tema con virgolettati del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.
L’esecutivo di larghe intese proverà a vivacizzare il mercato del lavoro restituendo flessibilità ai contratti a termine.
E poi la vera fase due per provare a risollevare l’occupazione giovanile puntando prima di tutto sulla staffetta generazionale, il meccanismo che agevola l’uscita dal lavoro degli anziani in cambio dell’ingresso dei giovani e che potrebbe riguardare anche i dipendenti pubblici.
Per staffetta generazionale, contratti e pensioni flessibili in campo potrebbero esserci tra i 10 e i 12 miliardi di euro.
Secondo quanto scrive il Corriere, saranno ridotti gli intervalli obbligatori tra un contratto a termine e l’altro che la Fornero aveva portato a 60 giorni per quelli fino a sei mesi, e 90 giorni per quelli più lunghi. Difficile che si torni esattamente alla situazione di prima: rispettivamente 10 e 20 giorni. Il punto di caduta finale potrebbe essere leggermente più alto (20 e 30) ma molto dipenderà proprio dal confronto con le parti sociali.
IL PACCHETTO GIOVANI
“Da qui fino a giugno ci concentreremo sul piano giovani“. Lo spiega il ministro del Lavoro Enrico Giovannini (nella foto) in un colloquio con Repubblica: secondo il quotidiano l’obiettivo è quello di ridurre la disoccupazione dell’otto per cento portandola al 30% dai livelli record attuali. E in campo potrebbero esserci tra i 10 e i 12 miliardi di euro, se non di più.
Prima di definire nel dettaglio il pacchetto giovani, il governo ha deciso di sentire le parti sociali: “È un incontro per ascoltare e per ragionare insieme. Non una trattativa“, ripete il ministro del Lavoro. Giovannini, scrive Repubblica, insiste nel parlare di “manutenzione“, non di una nuova riforma della legge Fornero. Intende muoversi nel solco della legge ’92, monitorando gli effetti della legge, come questa stessa prevede.
“Ci sono interventi costosi, altri no. E per quelli che costano bisognerà aspettare le conclusioni del Consiglio europeo di giugno“, spiega Giovannini.
LA STAFFETTA GENERAZIONALE
C’è poi “l’idea“, come continua a dire Giovannini, della staffetta anziani-giovani sul posto di lavoro. Ma è un’idea che costa, osserva ancora il quotidiano, perché il lavoratore anziano andrebbe in part time e per non perdere i contributi pieni avrebbe bisogno di una integrazione da parte dello Stato.
FRENATA SULLE NUOVE ASSUNZIONI
Frenata, invece, come ha ripetuto lo stesso ministro parlando al Senato, sull’ipotesi di ridurre il costo del lavoro sui giovani assunti. Studi fatti all’estero, dice Giovannini, “ci dicono che devono realizzarsi diverse condizioni perché abbiano effetto“. E aggiunge: “Non è detto che in questa fase economica questa sia necessariamente una priorità“.
NUOVI CENTRI PER L’IMPIEGO
Piuttosto il governo punta sulla riforma dei centri per l’impiego, perché “bisogna prendersi cura dei giovani“.
Infine riaprirà il cantiere delle pensioni, per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro prima dell’età pensionabile ma con penalizzazioni proporzionali.