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Londra, ecco come nasce il terrorismo “povero”

L’attentato di Londra? È un caso d’impazzimento del multiculturalismo inglese”.

È l’analisi di Giulio Meotti, scrittore e giornalista del Foglio diretto da Giuliano Ferrara, che commenta così l’uccisione del militare britannico ad opera di due fanatici avvenuta nei sobborghi della capitale.

La vittima, il soldato 25enne Lee Rigby

LA PISTA TERRORISTICA

Per l’esperto di terrorismo e Medioriente, non è ancora molto chiaro quali siano i legami tra i due assassini armati di machete e il mondo islamico nigeriano, il loro Paese di origine. Si sa però che uno di loro, precedentemente cristiano, si fosse convertito all’Islam.
A infittire il mistero sul reale motivo del gesto ci sarebbe infatti un video che mostra gli assassini di colore subito dopo l’omicidio, mentre imbrattati di sangue declamano frasi di tipo religioso come “Allah è grande”.

L’uomo armato di machete

UN GESTO ESTREMO

L’episodio – commenta Meotti con Formiche.net – è senz’altro figlio di quella tolleranza verso il mondo islamico che nel Regno Unito ha raggiunto livelli altissimi. Basti pensare che sul territorio britannico c’è la presenza di Corti alternative che consentono di giudicare dei cittadini secondo le leggi coraniche. Questo atteggiamento orientato a un estremo multiculturalismo ha generato un mondo nel quale, a causa della ghettizzazione e al disinteresse delle autorità rispetto a ciò che vi avviene, è facile che si verifichino eventi come questo. Non è un caso che abbiano colpito un soldato, ovvero un simbolo di tutto ciò che loro considerano come “nemico”. È un fenomeno tipicamente nordeuropeo. Si tratta di un jihad “povero”, che ricorda molto l’assassinio del regista Theo Van Gogh in Olanda”.

I RISCHI DELL’ITALIA

E l’Italia? Che rischi corre?Il nostro Paese per il momento è caratterizzato da altre dinamiche. Non vuol dire che non corra rischi, ma la nostra è un’immigrazione ancora giovane. In passato ci sono stati degli episodi di terrorismo, ma non come quello di Londra. Per adesso sono due mondi diversi” conclude Meotti.

Il video di uno dei presunti assassini

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