Skip to main content

Perché Matteo Renzi sprona Enrico Letta. La difesa di Marcucci

Il governo Letta? É nato nell’emergenza per fare le riforme e dare risposte, non per vivacchiare. Difende le posizioni di Matteo Renzi (che ha suonato la sveglia a Letta) il senatore piddì Andrea Marcucci, uno dei fedelissimi del sindaco di Firenze. Che in una conversazione con Formiche.net spiega perché non ci sia nulla di male nello spronare l’esecutivo ad andare avanti con decisione, nella consapevolezza che il giochino condotto in passato nelle segrete stanze delle segreterie non ha portato a grandi risultati: per cui viva la schiettezza.

Ha ragione Renzi nel chiedere al governo di “non vivacchiare”?
Sì, il governo deve governare tenendo certamente conto di una maggioranza “complicata”, ma poi le cose vanno fatte. In particolare sulla legge elettorale non concordo sulla decisione che si farà come ultimo atto. Credo invece che il sistema debba essere messo in salvaguardia e l’unico modo per farlo è avere una legge elettorale che riavvicini i cittadini alle istituzioni: quindi l’opposto del Porcellum. Per queste ragioni penso si debba lavorare da subito su questo fronte.

Perché i lettiani si sarebbero irrigiditi di fronte a tale richiesta di azionismo?
Si tratta di interpretazioni e definizioni che poi alla fine vengono fatte. Forse c’è qualcuno che strumentalmente sventola la volontà di avere una legge elettorale subito, per affiancarla ad un pronto ricorso alle urne. In realtà dovrebbe essere il contrario: riuscire a modificare la legge oggi in tempi rapidi, significa interpretare il sentimento dell’opinione pubblica, dare delle risposte certe e anche far fare una bella figura al governo e alla maggioranza. Subire un diktat su tale questione, che non mi sembra venga dai lettiani ma dal Pdl, dal mio punto di vista è un errore.

Ma il governo, in quanto di larghe intese, procede per mediazioni…
Si può arrivare o si deve arrivare addirittura ad una mediazione, lo so bene. Ma ci sono questioni che vanno al di là di tali logiche e su cui il parlamento deve essere libero di legiferare: in tempi rapidi e mettendo una pezza ad una situazione che ci ha portato alla disaffezione dimostrata anche dalle ultime elezioni amministrative.

Bersani ha commentato: “Matteo è un po’ confuso”. Pensa dia fastidio il fatto che Renzi parli così apertamente?
É la ragione che mi ha spinto con maggior convinzione a essere molto vicino a Matteo. Finalmente anche nella politica italiana si affrontano i nodi con schiettezza: ma poi mi aspetto che ci si comporti di conseguenza. Un modo di fare che a qualcuno può dispiacere, ma lo valuto come un sintomo di grande innovazione. Il giochino condotto nelle segrete stanze delle segreterie non ha portato a grandi risultati.

Anche l’iniziativa di Giachetti puntava a stimolare il governo?
L’esecutivo ha solo un mese di vita, certo è un tempo breve ma ritengo che sia nostro dovere usare gli strumenti parlamentari per sollecitare le iniziative sulle questioni cardine. Non solo sulla legge elettorale ci siamo impegnati programmaticamente, ma è un’esigenza assoluta per la nostra democrazia. Per cui l’iniziativa di Giachetti rientra in queste sacrosante funzioni parlamentari. Detto questo, ognuno interpreta i ruoli nelle forme più diverse, lo stesso Giachetti ha una spiccata personalità che tra l’altro apprezzo molto. Ha deciso di andare avanti con determinazione e credo abbia fatto bene, perché ha segnalato un’esigenza all’opinione pubblica e alla politica. Non dimentichiamo che tale vicenda ha anche un valore altamente simbolico.

Quale?
La legge elettorale è lo strumento di base per una democrazia che funziona. Quando ve ne sono di pessime serve porvi rimedio.

Esiste il rischio che qualcuno consideri il governissimo di emergenza non come una piccola parentesi?
Sono convinto che il Partito Democratico debba rimanere in termini politici e programmatici alternativo al Pdl: tale nei programmi e di conseguenza anche nei fatti. L’interesse del Paese viene prima di tutto, per cui questo governo di responsabilità prosegua la sua azione nell’ottica in cui è nato. Punto. Se a qualcuno ciò sfugge o dà fastidio, vuol dire che nel passato era in malafede.

twitter@FDepalo



×

Iscriviti alla newsletter