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Cosa succede a Istanbul, la “guerra” di Gezi Park

Tutto nasce da un parco. Gezy Park è uno degli ultimi polmoni verdi rimasti a Istanbul, ma i piani dell’amministrazione locale, governata dal partito islamico Akp del premier Recep Tayyip Erdogan, lo vogliono trasformare in un centro commerciale.

Oggi è il secondo giorno di proteste, dopo la giornata di guerriglia urbana vissuta ieri nel centro della città, dove scontri fra manifestanti e polizia hanno provocato decine di feriti, alcuni dei quali con fratture multiple.

I manifestanti, che si oppongono alla demolizione del parco, sono stati colpiti con lacrimogeni e getti di idrante, e nuovamente stamattina la polizia ha sparato i gas lacrimogeni quando centinaia di manifestanti hanno sfilato sul primo ponte sul Bosforo. Anche ad Ankara, la capitale turca, i manifestanti hanno provato a raggiungere il Parlamento. Lo riporta il sito web della Bbc.

Avviate da ecologisti e urbanisti, le manifestazioni si sono a poco a poco trasformate infatti in un movimento contro il governo e i suoi mega progetti a Istanbul, come il terzo ponte sul Bosforo e il terzo aeroporto internazionale, per non parlare del canale artificiale parallelo allo stretto naturale che taglia in due la città.

Il pugno duro di Erdogan che poi ci ripensa

“La polizia continuerà a presidiare Piazza Taksim, nel centro di Istanbul, per far rispettare l’ordine”, ha dichiarato il primo ministro turco. “La polizia c’era ieri ed è in servizio oggi e lo sarà anche domani perché Piazza Taksim non può essere un posto dove gli estremisti fanno quello che vogliono”, ha esclamato in un discorso pronunciato a Istanbul.

Posizione poi ammorbidita nel pomeriggio quando Erdogan ha ammesso che ci sono stati eccessi da parte della polizia e che sono stati compiuti errori.

La polizia turca si è poi ritirata da piazza Taksim, nel tentativo di stemperare la tensione al secondo giorno di scontri: la piazza è stata immediatamente occupata da migliaia di persone.

Il Gezi Park

A due passi da piazza Taksim, il Gezi Park, costruito nel 1940, è circondato da alberghi di lusso. Il progetto approvato dall’amministrazione comunale islamica conservatrice, prevede al suo posto un centro culturale e un centro commerciale oltre al rifacimento di una caserma di epoca ottomana.

Da lunedì, quando i bulldozer sono arrivati nel parco, gli istambulioti, frequentatori del parco o ambientalisti, hanno cominciato a montare la guardia, con il sostegno di deputati d’opposizione, ingaggiando scaramucce quotidiane con la forze dell’ordine e definendo i lavori “illegali”.

Piazza Taksim

Cuore pulsante della città e centro della vita notturna, Piazza Taksim concentra divisioni e veleni non solo per quanto riguarda l’area verde del Gezi Park. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, è ormai certo che nella nuova piazza troverà posto anche una moschea, fortemente voluta dal premier e che ha ricevuto critiche da residenti e urbanisti. La sua presenza, stando ai critici, non avrebbe niente a che vedere con l’identità della zona.

Gli scontri tra polizia e manifestanti in un video della Bbc



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