“Né falchi, né colombe: ma nemmeno polli” chiede Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, a proposito del Pdl e del dibattito interno scatenatosi dopo la direzione di qualche giorno fa. In una conversazione con Formiche.net, Capezzone fa anche il punto sulla cura choc che serve all’economia italiana (“altro non è che il programma del Pdl”) e su Equitalia annuncia che…
Il piano choc annunciato dal vicepremier Alfano su Imu, Irap e imprese è la ricetta per i mali dell’Italia?
In verità è l’esplicitazione del piano Berlusconi snocciolato nella fase pre e post elettorale con un ancoraggio molto preciso: nelle sue dichiarazioni introduttive alle Camere, Enrico Letta ha accettato esplicitamente i principi di tali punti. Ovvero no all’Imu, no all’aumento Iva, grande riforma di Equitalia, sburocratizzazione con il passaggio dalle autorizzazioni ex ante ai controlli ex post, detassazione delle nuove assunzioni. Su questi cinque punti si potrà andare verso un risultato preciso.
Con quali modi e in che tempi?
Uno di questi punti è in via di realizzazione: ed è la questione legata ad Equitalia. La Commissione che presiedo, all’unanimità, ha firmato e votato una risoluzione che ho presentato: di questo ringrazio tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Per affrontare da un punto di vista di civiltà fiscale una serie di problemi a favore del contribuente: il governo si è impegnato attraverso il vice ministro Casero a recepirla in norma.
Quindi siamo vicini a un sì definitivo?
E’ un provvedimento che si può portare a casa in pochi giorni.
Capitolo imprese. Quali sgravi sono fattibili?
Auspichiamo che entro i primi di luglio ci possa essere un provvedimento che tenga insieme il no all’aumento dell’Iva, l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa e alcune misure sul lavoro, tra cui la detassazione per le nuove assunzioni. Siamo in presenza di misure a costo zero e già pronte, come quella su Equitalia: un lavoro che la Commissione Finanze consegna al governo. Gli altri provvedimenti possono essere ultimati, ma con un’accortezza politica.
Quale?
Tenere assieme misure sul fisco e quelle sul lavoro, evitando che vi sia un meccanismo per cui c’è “la cosa che voglio io Pdl, e quella che vuoi tu Pd”. Ma far convivere in modo ragionevole alcuni aspetti sul fisco più cari a noi e altri temi sul lavoro che sono cari a noi come a loro. Ottenendo un risultato positivo per i cittadini.
Possono essere sufficienti i quattro emendamenti proposti dal ministro Saccomanni sulla finanza locale, a fronte di un niet sui conti che arriva dall’Europa?
Non vorrei entrare nel merito di quanto detto dal ministro. Osservo che ci sono due tempi per procedere: ciò che ho citato un attimo fa si può fare subito e senza problemi, richiede poche risorse. Oltre ad essere compatibile con l’attuale status finanziario, gioverebbe non poco all’economia. Poi c’è un punto più di prospettiva: resto convinto dell’utilità, ma non vale per domattina, di una spinta forte di tutte le forze politiche con una grande iniziativa parlamentare che dicesse all’Europa: non ci può essere solo l’Ue del rigore cieco e dell’austerità fine a se stessa. Perché alla lunga diventano freni alla crescita. E unendo un asse che vada da Londra a Madrid, passando per Parigi.
Per indurre Berlino a una riflessione?
Certo, non può pensare di essere un gigante che cammina in un campo di macerie.
Esiste nel Pdl una questione aperta sul doppio incarico di Alfano?
Non è all’ordine del giorno. Lo è, invece, da un lato il sostegno convinto al governo che non è in discussione, dall’altro una forte spinta sui temi economici. Dobbiamo essere un pungolo in questo senso e ciascuno farà la propria parte, come è naturale che sia in un grande partito. Da questo punto di vista non si tratta di giocare ai falchi e alle colombe. Qui non è in ballo appartenere all’una o all’altra specie: l’importante è, tutti insieme, non essere dei polli…
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