C’è chi punta il dito contro metodi e comportamenti ignobili, e chi proprio non se la sente di incassare il colpo. Marco Pannella non è tipo da reazioni diplomatiche, questo è palese e la riprova sta nel fatto che dopo le accuse rivoltegli dal tesoriere dei Radicali italiani, Michele De Lucia, coglie al balzo la prima occasione radiofonica utile per rimandare la palla nell’altra metà del campo. Conversando nel programma domenicale sulle ragioni che lo hanno spinto a spendersi per i referendum sulla giustizia, Pannella riferendosi a De Lucia lo epiteta come “leader, giovane e deciso, ma soprattutto dalle idee chiare”. E motiva la sua descrizione dal sapore alquanto ironico del collega di partito “perché ci ha accusati pubblicamente di metodo e comportamenti ignobili”. D’ora in poi, aggiunge, “proporrò di chiamarlo Michelino il noq, ovvero nessuno di questi”. E invita a chiamare ignobili i tradimenti che la politica italiana ha fatto alle grandi vittorie referendarie del passato.
Ma cosa aveva detto di tanto grave De Lucia? Durante un’intervista a proposito dell’iniziativa dei Radicali, il tesoriere aveva avuto di che lamentarsi in quanto del deposito era stato informato solo a cose fatte, avendolo appreso dal sito internet del partito. E di fatto si era schierato contro Pannella e i fedelissimi alla Maurizio Turco che hanno presentato i referendum sulla giustizia ma dopo che per un anno e mezzo gli stessi si erano proclamati, in tutte le pubbliche discussioni, contro i referendum che un’altra ala del partito invece appoggiava. In quell’occasione aveva sottolineato che se da un lato si diceva “felicissimo” di questo deposito in quanto il 99,9% dei radicali condivide le proposte sulla giustizia legate a figura, storia e vicenda di Enzo Tortora, dall’altro valutava come “indecente” che tesoriere e segretario dei Radicali avessero appreso del deposito solo dal sito internet del partito. Per cui definiva “ignobile” il fatto “che per la prima volta in vent’anni non ci sia stato chiesto se volevamo essere tra coloro che depositavano i referendum. Se qualcuno intende questa come una gara a chi ce l’ha più duro, stia attento, finirà per vincere chi ce l’ha più moscio. E se poi i nostri compagni ci correranno dietro col mattarello per menarci, non avranno tutti i torti”.
Per il momento il mattarello si è visto spuntare nell’etere, tra una dichiarazione in rete e una risposta (piccata) in radio. Ma la querelle potrebbe non finire qui. Perché, come lo stesso Pannella specifica nel suo intervento, “ascolteremo cosa avrà da dirci il giovane leader lunedì sera”. Appuntamento, dunque, tra qualche ora. E nascondete i mattarelli per favore…
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