Centinaia di ateniesi in ordinata ma sdegnata processione, le note di brani storici composti contro la dittatura dei colonnelli che riecheggiano ad Atene in Agia Paraskevi, sede della Rai greca. Il governo Samaras ha deciso di chiudere ERT, mandando a casa 2800 lavoratori in attesa di una nuova agenzia governativa semi privata. E da ieri sera è un continuo via vai di cittadini, giornalisti, deputati che stanno affiancando un tam tam mediatico impressionante sui social network. Contro la decisione del governo mobilitazione anche a Parigi, dove questo pomeriggio ci sarà un presidio all’esterno dell’ambasciata greca, negli stessi minuti in cui ad Atene si svolgerà un grande concerto di protesta e negli stessi minuti in cui nel palazzo presidenziale si svolgerà un delicato vertice governativo tra le forze della maggioranza.
Non è questa una decisione come le altre prese dalla troika, commenta l’economista Yannis Varoufakis secondo cui una decisione del genere non l’avrebbe presa nemmeno Khomeini. “La chiusura di ERT – ha dichiarato pochi minuti fa a un canale privato – è un brutale colpo ai principi fondamentali della democrazia, neanche il leader iraniano sarebbe arrivato a tanto”. E riflette che se il punto, come il portavoce del governo Kedikoglou ha osservato, è il fatto che ERT fosse piena di debiti, allora lo stesso discorso varrebbe anche per ospedali e scuole. “Vorrebbero chiudere anche quelli”, si chiede?
E qualche giornalista tira fuori le ultime assunzioni al tg di Stato caldeggiate proprio dallo stesso Kedikoglou, con stipendi faraonici. Durissimo il commento di Christos Panagiotopulos, direttore del canale privato Mega Channel, secondo cui nonostante ERT abbia avuto molte criticità, come partigianeria, clientelismo e opacità, “nessuno ha mai osato fare ciò che è stato deciso oggi”. Il motivo? “Non è nemmeno una razionalizzazione, ma la scoperta che quei 2.000 licenziamenti sono stati concordati con la troika. E, fatto ancora più grave, il ministro del lavoro Antonis Manitakis ha fatto assolutamente nulla in questo senso”.
Drammatica la lettera scritta da Anthony Andrikakis, ex direttore generale della Radio greca E.P.A. al premier Samaras in cui dice che si consegnano 2800 persone ai “forni crematori della troika: è come toglierci il pane, la storia, il sogno, la ragione, il lavoro e il significato”. E ancora, “Samaras ha il privilegio di essere il primo ministro greco a tagliare la memoria dei greci e la loro prospettiva di futuro”.
“Il Governo greco ha sbagliato – commenta il corrispondente greco in Italia, Giorgios Lambrinopulos – chiudere la tv statale Ert non è successo in nessun altro paese europeo. E’accaduto in Grecia perché manca il rispetto per i giornalisti e per l’informazione. Mi auguro che il premier ripristini la normalità: non possiamo essere schiavi totali della troika”.
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