Solo una manciata di ore separa oggi da quelli che potrebbero essere i 10 giorni decisivi per le sorti del governo di larghe intese.
A dare forza o affossare l’esecutivo di Enrico Letta potrebbe essere l’arbiter indiscusso della politica italiana degli ultimi 20 anni: Silvio Berlusconi.
LE SENTENZE IN ARRIVO
Inizia tutto con la sentenza della Corte costituzionale, che il 19 giugno, mercoledì, si riunirà per decidere sul conflitto di attribuzione tra Palazzo Chigi e i giudici in merito al caso Mediaset (per il quale Berlusconi è stato condannato in primo grado e in appello), scrive Libero.
Tra la Consulta e il caso Ruby (l’udienza con sentenza è lunedì 24, l’imputato è Berlusconi), si intrecciano le udienze del processo “figlio”, quello a Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora, che si svolgono venerdì 21 e 28 giugno.
Il 26 giugno, mercoledì, un appuntamento potenzialmente esplosivo: inizierà il dibattito parlamentare sull’ineleggibilità dell’ex presidente del Consiglio. Alla data in questione, si legge su Libero, Berlusconi potrebbe presentarsi al Parlamento quasi definitivamente “mondato” oppure carico di una condanna clamorosa e con una sentenza avversa della Consulta sulle spalle.
Giovedì 27 giugno ci sarà invece un’udienza della Cassazione che potrebbe essere risolutiva del Lodo Mondadori, possibile epilogo della vicenda che ha visto, in sede civile, Berlusconi condannato a risarcire con 564 milioni di euro il gruppo di De Benedetti.
LE RIPERCUSSIONI SUL GOVERNO
L’ex presidente del Consiglio e gli uomini del Pdl hanno più volte ribadito che non c’è nessuna connessione tra l’esito dei processi e la durata del governo, che potrebbe cade solo per problemi politici.
Tutto però lascia presagire il contrario. Alcuni dei falchi presenti in un summit informale e riservato tenuto una decina di giorni fa a Villa Certosa, in Sardegna, hanno detto che per loro è chiaro che “le larghe intese non possono reggere se continua l’assalto giudiziario”
Ai lamenti manifesti si somma un retroscena di Marco Conti, che sul Messaggero rivela dalla prima pagina che “se il 19 giugno la Corte Costituzionale si pronuncerà dando torto a Silvio Berlusconi, salterà il tavolo delle riforme“. L’avrebbe “annunciato Alfano al Quirinale“.
LA TRANQUILLITÀ DI LETTA
Non sembrano preoccupare Enrico Letta. Rispondendo a una domanda alla conferenza stampa dopo l’incontro con il primo ministro irlandese, Enda Kerry a Palazzo Chigi, il premier si è detto sereno.
“Non ho nessuna paura per le conseguenze e le ripercussioni dei processi a Berlusconi, credo che la stabilità del governo sia strettamente legata alla realizzazione delle riforme economiche e istituzionali”.
“Certo – ha aggiunto – ci sono problemi e ostacoli, ma sono tutti collegati ai risultati”.
Berlusconi contro la Consulta: Sono dei magistrati di sinistra (fonte video: Aky Tg24)