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Egitto, manifestanti ed esercito danno l’ultimatum a Morsi

Ore di grande tensione per il presidente dell’Egitto Mohamed Morsi. Dopo le manifestazioni in piazza e l’ultimatum dell’opposizione con la concessione di 24 ore per lasciare il potere, quattro ministri hanno deciso di rassegnare le dimissioni dal governo. Ad abbandonare la nave (per primi) sono stati i ministri del Turismo, dell’Ambiente, della Comunicazione e degli Affari legali.

Il movimento di opposizione egiziana Tamarod, che guida le manifestazioni di protesta contro il presidente Morsi, ha concesso poco più di 24 ore a Morsi per lasciare il potere. La minaccia? In caso contrario si scatenerà una campagna di disobbedienza civile nel paese. “Concediamo tempo a Mohamed Morsi fino alle 17 di domani 2 luglio per lasciare il potere, consentendo alle istituzioni dello Stato di prepararsi a elezioni presidenziali anticipate”, ha spiegato il movimento in un comunicato.

Il sostegno dell’Esercito

A questo ultimatum si è aggiunto quello dell’esercito. Con altre 24 ore. “Le richieste del popolo egiziano devono essere soddisfatte”, ha detto il comando generale delle Forze armate in un discorso televisivo rivolto alla popolazione. L’esercito ha concesso 48 ore alle forze politiche egiziane per risolvere la crisi.

Ma cosa sta succedendo in Egitto? A un anno delle elezioni presidenziali, un gruppo di manifestanti ha attaccato oggi il quartier generale dei Fratelli Musulmani al Cairo, dove sarebbe asserragliato il presidente Mohamed Morsi. Nelle ultime ore sono morte sette persone nelle proteste.


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