Il Consiglio supremo di Difesa svoltosi al Quirinale alla presenza di Giorgio Napolitano prende posizione sul caso F-35.
Il Parlamento non può avere un diritto di veto su “decisioni operative” sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate che spettano al governo.
È quanto sottolinea una nota diffusa a seguito della riunione, che risponde – senza mai citarla – alla mozione passata alla Camera il 26 giugno scorso nella quale si sostiene sia il Parlamento ad autorizzare l’acquisto degli F-35, i caccia americani di Lockheed Martin partecipati da Finmeccanica.
Le Forze armate italiane hanno eseguito un ordine di 90 velivoli per rimpiazzare la flotta attuale.
Alla riunione, presieduta dal capo dello Stato, hanno partecipato: il presidente del Consiglio, Enrico Letta; il ministro degli Esteri, Emma Bonino; il ministro dell’Interno, Angelino Alfano; il ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni; il ministro della Difesa, Mario Mauro; il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli.
RISPETTARE GLI IMPEGNI
Il comunicato del Quirinale spiega che “la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l’evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l’approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace. Questa è la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell’entità, da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall’altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell’occupazione”. Una conferma del rispetto degli impegni già presi dal Paese chiesto precedentemente dal Ministro della Difesa Mario Mauro.
F-35, un tema sempre più spinoso per la maggioranza (fonte video: La 7)