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Lobby, ecco perché il ddl rischia già di naufragare

L’abolizione completa delle donazioni ai politici per la campagna elettorale, e la
trasparenza totale, mediante pubblicazione dei nominativi, su chi, lobbista iscritto all’albo, fa “erogazioni liberali” ai partiti politici.
Sono questi i due punti della bozza di disegno di legge per la regolamentazione delle
lobby che avrebbero provocato la decisione da parte del Consiglio dei ministri di rinviare il provvedimento.

IL LAVORO DEL GOVERNO
L’indiscrezione, pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa Public Policy, spiega il rallentamento del lavoro del governo, che ha avviato l’esame preliminare del ddl ”l’Elenco dei portatori di interessi particolari”. Un testo che si pone come obiettivo quello di ”assicurare la trasparenza dei processi decisionali pubblici attraverso la regolamentazione organica dell’attività svolta dai gruppi di interesse (le cosiddette lobby), persone fisiche o giuridiche che rappresentano professionalmente interessi leciti, anche di natura non economica, al fine di influenzare il decisore pubblico”.

IL SERVIZIO DELLE IENE
Una regolamentazione delle lobby è stata fortemente voluta dal premier Enrico Letta, che si è speso in prima persona per una rapida approvazione di una norma che impedisse lo scoppiare di nuovi scandali, come quello denunciato da un portaborse al programma tv Le Iene.
Durante quella puntata l’assistente di un senatore descrisse come “consueto” il fatto che alcuni deputati fossero a libro paga delle lobby.

LE PAROLE DI LETTA
Quella della regolamentazione del lobbismo è “una materia molto delicata e molto importante”, ha detto il presidente del Consiglio Letta, che ha aggiunto di aver ”dato mandato al ministro Moavero di fare un esame comparato con i principali Paesi europei”.

Le lobby nelle stanze del potere (fonte video: La 7)


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