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Thorne, quattro anni da ambasciatore americano a Roma

Dopo quattro anni, la prossima settimana David Thorne (nella foto) lascerà l’incarico di ambasciatore americano in Italia.

A Villa Taverna lo sostituirà John Phillips, avvocato di Washington di origini italiane, scelto dal presidente Barack Obama.

Ma Thorne non abbandonerà l’impegno politico, anzi. Per lui inizierà una nuova avventura a fianco del Segretario di Stato americano, John Kerry.

Un incarico delicato da una postazione privilegiata, che potrà costituire un prezioso contributo per l’Italia, che negli anni ha imparato ad apprezzare e a stabilire una forte “connessione sentimentale” con Thorne sia dal punto di vista diplomatico che umano.

I suoi, professionalmente, sono stati anni non sempre facili.
Tanti i dossier importanti e ancora aperti passati dalle sue mani, soprattutto in tema di difesa – F-35 e Muos – ma anche il difficile negoziato sull’area di libero scambio tra Usa ed Unione europea.

A Roma Thorne ha anche dovuto gestire in modo equilibrato il feeling non sempre eccezionale tra il governo di centrodestra di Silvio Berlusconi e l’amministrazione democratica di Obama.

Una nave, quella delle relazioni internazionali, che per viaggiare serenamente ha bisogno di avere alle spalle governi stabili e forti. Ciò che è mancato all’Italia in questi anni, con il periodo di transizione verso il governo tecnico di Mario Monti prima e le elezioni che hanno portato alla nascita dell’attuale di larghe intese.

Situazioni che a volte hanno generato brevi equivoci – fu il caso dell’“endorsement” a Grillo che qualcuno gli attribuì – ma che non hanno mai fatto venire meno in Thorne, e nella sua controparte italiana, la consapevolezza dei solidi rapporti tra Usa e Italia.

I legami tra l’America e il nostro Paese – ha ricordato l’Ambasciatore, a Gela per il 70mo anniversario dello sbarco alleato in Sicilia – sono stretti ed è intenzione degli Stati Uniti “nutrirli e rafforzarli”.

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