La Francia è uscita dal circolo dei Paesi virtuosi perdendo venerdì la tripla A da parte dell’agenzia internazionale Fitch. La Corte dei Conti ha avvertito il governo che il deficit rischia di toccare nel 2013 il 4,1% del pil invece del 3,7% calcolato dall’esecutivo.
LA REAZIONE DI BRUXELLES
La notizia del calo del rating potrebbe avere ripercussioni anche sulla linea morbida che Bruxelles ha accordato alla Francia. A differenza dell’Italia, a cui non è stato concesso di superare il rapporto del 3% deficit/Pil, ai transalpini è stato offerto un trattamento di favore, che però potrebbe sfumare visti gli scarsi risultati ottenuti nell’abbattimento del debito pubblico.
ECONOMIA IN DECLINO
In realtà il declino economico della Francia è attestato già da mesi. Diversi indicatori – uno su tutti, la disoccupazione giovanile – sono negativi da tempo e peggiorano costantemente. Una condizione che avvicina la Francia più ai Paesi periferici in difficoltà, che non alla “virtuosa” Europa del nord.
I PIANI NON REALIZZATI
Già negli scorsi mesi il governo francese aveva annunciato un piano di dismissioni e tagli nel settore pubblico e nelle partecipazioni statali. Operazioni mai realizzate, che avrebbero dovuto abbattere il crescente deficit d’Oltralpe.
L’OTTIMISMO (CRITICATO) DI HOLLANDE
L’unico che non pare accorgersi di queste difficoltà è il presidente Hollande, che nonostante le feroci critiche interne nicchia annunciando che la ripresa economica ” è alle porte”. Nella tradizionale intervista del 14 luglio, si è impegnato ad aumentare le tasse “idealmente il meno possibile“, a realizzare tagli agli sprechi e a “favorire gli investimenti”. Parole già sentite, dice l’opposizione, che dovranno tradursi in fatti.
La crisi dei debiti sovrani. Fitch declassa la Francia per Cipro rischio default (fonte video: La 7)