Beppe Grillo torna ad attaccare Matteo Renzi. Dalle pagine del suo blog, il comico genovese ha contestato l’incontro che il sindaco di Firenze ha avuto giovedì scorso a Berlino con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Oggetto della discussione la politica europea, in un colloquio i cui contenuti non sono stati comunque resi noti.
CONTRO I DIKTAT TEDESCHI
Non è la prima volta che Grillo si scaglia contro quello che considera un atteggiamento reverenziale dell’Italia e dei suoi politici verso i diktat teutonici. Per il comico genovese, “gli interessi economici della Germania e quelli dell’Italia non coincidono più da molto tempo, dal nostro ingresso nell’euro, che in realtà è un marco mascherato. È necessaria una mediazione, un confronto alla pari, per uscire dall’attuale impasse, non la continua genuflessione dei nostri politici”.
GRILLO L’AMERIKANO
Le frasi di Grillo, da tempo convinto che della necessità per l’Italia di abbandonare la moneta unica, alimentano per alcuni osservatori il dubbio che dietro la sua ascesa politica possa esserci il ruolo determinante degli Usa.
A motivare questa sensazione sono i numerosi endorsement a stelle e strisce che il Movimento 5 Stelle ha ricevuto nel corso della scorsa campagna elettorale: da banche d’affari come Goldman Sachs, Wall Street Journal, dal magnate George Soros e persino dall’ambasciatore americano a Roma, David Thorne.
Tra la politica americana e quella grillina ci sono diversi punti di contatto, a partire dalla richiesta di minore austerità per risollevare la politica dell’Eurozona, ma anche alcune divergenze, come sul programma F-35 (che il comico è tornato oggi a criticare, facendo riferimento alla cancellazione della cerimonia celebrativa del 18 luglio prossimo nello stabilimento di Cameri).
IL GRIMALDELLO ANTI-EURO
A dare una chiave di lettura più ampia del fenomeno Grillo negli Usa è Germano Dottori, docente di Studi strategici alla Luiss, che in un articolo pubblicato sul numero di maggio di Limes, ha spiegato quali interessi si muovono secondo lui dietro il Movimento 5 Stelle.
Per l’esperto di politica internazionale, dietro l’ascesa del nuovo partito ci sarebbe prevalentemente un interesse degli Stati Uniti a destabilizzare la politica italiana in chiave antieuro. Il 25% dei voti italiani a Grillo, rilevò Dottori nella sua analisi, ha segnalato all’opinione pubblica, ai mercati e alla dirigenza dei principali paesi europei l’insostenibilità per l’Italia della politica di rigore imposta da Berlino. Una moneta unica forte penalizzerebbe per il docente della Luiss il finanziamento esterno tanto dei consumi che degli investimenti americani, inclusi quelli militari del Pentagono che continuano ad assicurare agli Usa una indiscussa supremazia militare.
Ambasciatore USA sul M5S (fonte video: La Cosa)