Scandalo nel Partito Popolare spagnolo: è bufera sul premier Mariano Rajoy per contabilità occulta. Secondo El Mundo (che pubblica gli sms tra i due) il premier avrebbe allacciato rapporti extra professionali con l’ex tesoriere del partito, Luis Barcenas, in carcere da fine giugno e interrogato oggi dal pubblico ministero inquirente Ruiz. Quest’ultimo deve rispondere di frode fiscale e riciclaggio, e ha recentemente ritrattato la sua posizione: se inizialmente negava l’esistenza di finanziamenti illeciti, nel corso di un interrogatorio avrebbe fatto marcia indietro coinvolgendo Rajoy, di cui il Partito socialista chiede le dimissioni.
Il botta e risposta
I popolari non ci stanno e accusano Barcenas di ricattare Rajoy. L’obiettivo? Allontanare da lui precise responsabilità penali: “Né il Partito Popolare né il suo presidente Mariano Rajoy cederanno a questo tentativo di ricatto da parte di un presunto criminale, che sia un ricatto fatto in pubblico o in privato”, dice Carlos Floriano, portavoce del PP.
Governo in bilico
Ma l’esecutivo spagnolo rischia moltissimo, dal momento che oggi Barcenas ha ribadito somme e modalità di circolazione di denaro da parte di imprenditori edili. L’ex tesoriere ha ammesso dinanzi ai magistrati di aver consegnato soldi in nero dal 2008 al 2010 all’attuale premier Mariano Rajoy. Stando ai documenti diffusi dalla stampa spagnola e su cui i pm indagano, Rajoy avrebbe incassato oltre 42 mila euro all’anno in fondi neri.
La difesa di Rajoy
Il premier rifiuta l’accerchiamento giudiziario e contrattacca: “Lo stato di diritto non si sottomette al ricatto. C’è un governo stabile, se altri vogliono giocare si assumeranno la propria responsabilità”. E circa le indiscrezioni pubblicate da El Mundo ha replicato che “confermano che le istituzioni non sono soggette ad alcun ricatto e continueranno ad agire in completa indipendenza. E io resto al mio posto”.
L’uomo ombra
Ma chi è Luis Barcenas? Per quattro lustri tesoriere del PP, profondo conoscitore di tutti i meccanismi di finanziamento e soprattutto di tutte le vicende che hanno caratterizzato i Popolari dal 1993 ad oggi. Tutto ha inizio lo scorso gennaio, quando il quotidiano El Pais dà conto di una serie di ricevute che proverebbero l’esistenza di tangenti e fondi neri, veicolati da imprenditori ai capi del partito in cambio di favori e corsie preferenziali in occasione di appalti pubblici. Con il dettaglio di numeri e nomi, trascritti a mano dallo stesso Barcenas. Che inizialmente nega ogni addebito, al pari dello stesso Rajoy. Pochi giorni fa invece l’accelerazione: l’ex tesoriere finisce in carcere con l’accusa di frode fiscale e riciclaggio, nell’ambito di un altro filone di inchiesta. Ma 24 ore prima che le manette scattino ai suoi polsi, dalle colonne di El Mundo annuncia di avere documenti compromettenti per il governo Rajoy. E ammette la paternità di quel taccuino con nomi e cifre.
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