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Alfano si difende (ma non convince troppo) sul caso Kazakhstan

Dopo le dimissioni del suo capo gabinetto Giuseppe Procaccini, il vice premier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha riferito al Senato sul caso Shalabayeva, l’intrigo kazako che rischia di far cadere il governo.

LA DIFESA DEL MINISTRO
Della vicenda Shalabayeva – ha ribadito Alfano a Palazzo Madama – “non ero stato informato, non era stato informato nessuno del governo, non era stato informato il Presidente del Consiglio“. “Sono qui perché una cosa del genere, che il governo non sia informato di una vicenda del genere, non deve accadere mai più“, ha aggiunto il vicepremier.
“Oggi – ha detto Alfano durante la sua informativa – mi è stata consegnata la relazione del prefetto Pansa”, che sarà pubblicata integralmente “sul sito del ministero dell’Interno”.

NESSUNA RICHIESTA D’ASILO
Alfano ha poi ribadito quanto detto nelle scorse settimane da fonti interne al Viminale. “Non risulta dalla documentazione che la Shalabayeva o i suoi difensori abbiamo mai presentato o annunciato domanda di asilo, pur avendone la possibilità“. Inoltre, “non è risultato che abbia mostrato o affermato di possedere un permesso di soggiorno emesso dalle autorità lettoni e dunque da un Paese Schengen“. Parole che sottolineano da parte del vicepremier non solo la sua totale estraneità al caso, ma anche una difesa dell’operato della Polizia nella procedura di espulsione (condannato invece dalla stampa internazionale, ma anche da grandi testate italiane come Corriere della Sera, ma anche Repubblica e Unità).

Sempre secondo Alfano, quando per la prima volta Alma Shalabayeva viene condotta all’ufficio Immigrazione “era in compagnia del cognato che ha riferito di essere in possesso di un passaporto lettone” e che quindi è stato rilasciato dopo la verifica del passaporto. “Il tutto alla presenza della donna che avrebbe potuto rivendicare il possesso di un simile passaporto, cosa che non ha fatto“, prosegue la relazione.

SALTA ANCHE VALERI
Meno tenero l’atteggiamento di Alfano nei confronti dei vertici della Polizia quando si parla del fatto che egli non sarebbe stato informato di cosa accade quella notte nella villa a Casal Palocco. “Resta grave la mancata informativa al governo su questa vicenda. Ho chiesto al capo della Polizia e capo del dipartimento di pubblica sicurezza una riorganizzazione complessiva del dipartimento a cominciare dal vertice del settore immigrazione. Ho accettato le dimissioni del mio capo di gabinetto Procaccini e ho proposto un avvicendamento del capo della segreteria del dipartimento pubblica sicurezza“, Alessandro Valeri, precisa il vicepremier. Anche se non sono poche le ricostruzioni che credono che Alfano, visto il ruolo che ricopre, “non potesse non sapere“.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha infine assicurato il suo “impegno indefesso” per il “rispetto dei diritti” in Kazakistan, garantendo che farà “tutto quanto in nostro potere” nei confronti delle autorità kazake. Nessun riferimento, invece, alla stabilità del governo e a quello che il centrodestra considera un attacco strumentale a Silvio Berlusconi – amico personale del presidente kazako Nursultan Nazarbayev – e agli interessi petroliferi dell’Italia nel Paese asiatico.
Alle ore 20 il ministro Alfano riferirà sullo stesso argomento alla Camera dei Deputati.


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