A qualcuno, nei settori più conservatori della chiesa, l’elezione di Jorge Mario Bergoglio non è proprio andata giù. Fino a oggi erano supposizioni, dicerie, sospetti su questo o quel vescovo, su quel cardinale improvvisamente sparito dalla scena insieme alle croci pettorali d’oro che lo stile-Francesco ha messo nel cassetto. Ma oggi a certificarlo è un peso massimo della chiesa cattolica, l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput. Cappuccino, 68 anni, dal 2011 guida la diocesi cardinalizia della Pennsylvania dopo la rinuncia per limiti d’età del cardinale Justin Rigali. Considerato vicino alle posizioni di Ratzinger , a Roma c’era chi sognava di vederlo nominato in qualche ruolo curiale, magari anche prefetto della Congregazione per la dottrina della fede quando il cardinale William Joseph Levada sarebbe andato in pensione. Ma due americani di fila all’ex Sant’Uffizio sarebbero stati troppi, così Benedetto XVI (pur con qualche dubbio) decise di mandarci un tedesco, Gerhard Ludwig Muller (anche se pure per quest’ultimo la porpora non è arrivata).
“Non posso immaginare un Papa non allineato con i predecessori”
Conversando a Rio de Janeiro (guida il pellegrinaggio di quaranta giovani della diocesi di Philadelphia – “sono pochi, ma molte diocesi della Pennsylvania hanno sconsigliato il viaggio per motivi di sicurezza”, dice sconsolato) con John Allen del National Catholic Reporter, Chaput ammette che “l’ala destra della chiesa in generale non ha mostrato felicità per la sua elezione”. L’arcivescovo non fa nomi, ma il pensiero va subito ai settori dell’episcopato più legati ai combattivi pontificati conservatori di Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger. Non è infatti un caso che subito dopo Chaput faccia riferimento ai silenzi di Francesco su aborto, matrimoni gay ed eutanasia. Il cappuccino americano però non si mostra preoccupato, anche se dopo aver premesso che “il Papa ha parlato molto chiaramente riguardo il valore della vita umana” , in modo sibillino aggiunge che comunque “non si riesce a immaginare che (Francesco, ndr) non sarà così pro-life e pro-matrimonio tradizionale come qualunque altro papa del passato”. Indiscutibile è però il fatto che Bergoglio “non abbia espresso queste cose in modo combattivo”.
“Aborto e matrimonio sono questioni dottrinali, non politiche”
Una possibile motivazione dello stile del Papa gesuita riguardo tali questioni potrebbe essere cercato nel discorso ai vescovi italiani ricevuti in san Pietro lo scorso maggio, ai quali il Papa disse che i rapporti con le Istituzioni spettavano a loro. Chaput la vede in un altro modo: “Penso che lui interesse dire che non ha intenzione di essere coinvolto in questioni politiche. Ma ritengo che questioni come l’aborto e il significato del matrimonio non siano questioni politiche. Sono questioni dottrinali e morali. E noi tutti, come vescovi (e quindi anche il vescovo di Roma) dobbiamo parlare di queste cose. Sarebbe molto strano pensare che si possa fare una distinzione. Il nostro naso è nella moralità, non nella politica”.
Il Papa dia retta agli uomini della sicurezza
Chaput ha qualche parola anche per il caos del primo giorno di Francesco in terra brasiliana, con l’utilitaria che trasportava il Papa imbottigliata nel traffico e preda della calca. “Le persone con cui ho parlato erano inorridite per ciò che è accaduto. Penso che sia molto importante per tutti noi che abbiamo una vita pubblica ascoltare chi ci accompagna e chi si prende cura della nostra sicurezza. E’ stato un momento spaventoso. Sarebbe un disastro se accadesse qualcosa al Santo Padre, e sarebbe un enorme imbarazzo per il popolo brasiliano. Ci deve essere un po’ di distanza tra la folla e il Papa, per proteggerlo”.
I malpancisti che non si espongono
Un’intervista, quella di mons. Charles Chaput, che dà voce a chi è rimasto spiazzato dalla rivoluzione fatta giorno dopo giorno dal Papa argentino. Dalla rinuncia a molti dei simboli visibili dell’autorità petrina alla scelta di rimanere ad abitare in un residence, sono stati tanti i gesti di Francesco a far storcere il naso a quegli ambienti più legati alla tradizione. Ma le rimostranze e perplessità, fino a oggi, non erano mai state esplicitate, anche perché molti porporati e semplici monsignori si sentono sotto osservazione. Di rivoluzione e riforma della curia si parla da mesi, ma Bergoglio non ha ancora mosso una pedina. Ecco perché in molti sono convinti che in questa fase sia meglio non esporsi troppo, in attesa dei primi amoveatur del Papa argentino.