Skip to main content

Vi racconto il vero cardinale Tonini. Parla Paola Severini

L’ultimo incontro tra il Cardinale Tonini, scomparso questa notte all’età di 99 anni, e la sua biografa ufficiale risale a Pasqua dello scorso anno.  “La vita di Tonini è stata bellissima e piena di gioie e soddisfazioni”, racconta Paola Severini, autrice di “Ersilio Tonini. Comunicatore di Dio, (Cinisello Balsamo, San Paolo, 1999) in una conversazione con Formiche.net.

Una biografia autorizzata e controllata la sua che parte da un confronto con Giovannino Guareschi. “Nato in quelle stesse terre emiliane Tonini in qualche maniera ha vissuto quello che lo scrittore visse in Don Camillo”, spiega la biografa.
Ma quella descritta da Severini è anche una persona molto divertente e simpatica: “È stato il primo cardinale che ha parlato in una discoteca”, ad esempio. Poi Severini  avanza un accostamento: “Possiamo definirlo un precorritore dello stile di questo papa. Non dimentichiamo che lui è stato anche in sud America. Già ottantenne lo abbiamo visto andare a cavallo dei lama”.

Un cardinale per i giornalisti
Un’esistenza straordinaria, insomma. Così come lo fu il colpo di scena che la vita gli ha riservato all’età di oltre 80 anni. “Anche i giornalisti dovevano avere il loro cardinale”. Fu con questa motivazione che Giovanni Paolo II decise nel 1994 di crearlo cardinale. Tonini aveva già compiuto ottant’anni e in caso di Sede Vacante non sarebbe entrato in conclave.
Vicedirettore anche di Avvenire, Tonini è sempre stato anche un giornalista: “È sicuramente stato il più giornalista dei cardinali italiani”, commenta Severini.
E che nella sua vita quella professione contasse molto lo dimostrò in quell’occasione speciale, dove è consuetudine esser circondati dai propri cari: “Quando diventò cardinale lui invitò la sua famiglia della stampa . C’era per esempio Enzo Biagi”, racconta la biografa.

Tonini e i media
Il titolo della biografia “Ersilio Tonini Comunicatore di Dio”, basterebbe a riassumere questa sua grande dote.
“Ma era lui stesso a definirsi un comunicatore oltre che un sacerdote”, commenta Severini.
Il rapporto con i media e la tv in particolare era però molto cauto: “Sapeva esattamente quanto poteva funzionare ed era molto abile ad utilizzarla per veicolare le sue riflessioni. Non si può negare che lui ha vissuto tutta l’evoluzione dei mass media. Era lì quando è nata la tv ed era lì ancor prima quando analizzò ed utilizzò la realtà cinematografica”.
E non bisogna dimenticare – racconta la scrittrice – che la San Paolo nell’immediato dopo guerra aveva una grande rete di cinema parrocchiali e in Italia quasi tutti hanno iniziato a vedere il cinema in quelle parrocchie a prezzi bassissimi se non gratuiti”.

Una preoccupazione
“Negli ultimi anni sono uscite molte cose ispirate a lui senza la sua revisione”, conclude la scrittrice manifestando la sua preoccupazione in merito. Una fioritura di libri che secondo l’opinione della biografa ufficiale non rappresentano  esattamente ciò che lui avrebbe voluto ma che la non completa lucidità dell’ultimo periodo del quasi centenario cardinale non gli ha permesso di appurare.

 



×

Iscriviti alla newsletter