Una cura dolorosa, ma che inizia a dare i suoi frutti e che passate le difficoltà dei prossimi mesi (ulteriore taglio dei costi, licenziamenti, ancora pochi prestiti rispetto alla domanda), consegnerà al Vecchio Continente banche più solide e dai bilanci in ordine.
Questo il quadro che emerge dal Barometro Bancario Europeo di Ernst & Young, uno studio biennale per determinare il punto di vista dei banchieri di alto livello nei principali mercati bancari d’Europa.
MIGLIORAMENTO IN ARRIVO
Le banche intravedono un miglioramento delle loro prestazioni nel corso dei prossimi sei mesi, soprattutto in virtù dei primi effetti dei programmi di ristrutturazione sopportati.
La conformità normativa (a partire da Basilea 3), rimane l’obiettivo principale per le banche europee, che si concentreranno soprattutto su una razionalizzazione, automatizzando processi e riducendo al mimino le spese non essenziali. In questo frangente, i licenziamenti (soprattutto nel back office, operation, IT e altre funzioni di sede) continueranno a svolgere un ruolo chiave nei programmi di riduzione dei costi, spiega EY.
Tuttavia, alcune banche stanno cominciando ad assumere personale in settori chiave. Le banche si aspettano un incremento netto del personale nella gestione del risparmio, private banking e divisioni di corporate banking, dove si anticipa un aumento della domanda.
MENO RESTRIZIONI PER LE PMI
Un timido miglioramento farà capolino anche nel settore del credito alle piccole e medie imprese. Il 44% delle banche anticipano un aumento della domanda dei prestiti, rimangono preoccupate per i crediti in sofferenza, con il 32% degli istituti che si aspetta di aumentare le rettifiche sui crediti nel corso dei prossimi sei mesi.
Le banche – secondo EY – si aspettano anche che le politiche di prestito possano diventare ancora più restrittive per la maggior parte dei settori. Edilizia e immobili commerciali saranno i settori più colpiti.
Parallelamente, però, le azioni politiche europee per aumentare i prestiti alle Pmi stanno iniziando ad avere effetto. Il 29% delle banche si attende che le politiche di prestito al settore delle Pmi siano meno restrittive dopo i prossimi sei mesi.
UN’EUROPA DIVISA
I pareri sulle prospettive economiche e il potenziale impatto della crisi dei debiti sovrani non sono unanimi e divergono sia se ad essere valutate sono singole economie sia che si provi a delineare un quadro della situazione europea.
Il 50% degli intervistati ritiene che l’attuale situazione economica faticherà a migliorare. E mentre soprendentemente le banche spagnole sono ottimiste riguardo ad una ripresa dell’economia nell’immediato futuro, quelle italiane e francesi restano dubbiose.
La situazione – aggiunge EY – si ribalta se si parla di crisi del debito sovrano: i transalpini sembrano non esserne troppo preoccupati, mentre italiani e iberici lo ritengono il problema numero uno da affrontare nei prossimi mesi.
Banche solide ma redditività in caduta (fonte video: Abi)