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Sentenza Berlusconi, tramonto della via giudiziaria al potere

Se il futuro dell’Italia è legato al destino giudiziario di un imprenditore politico, incalzato dalla magistratura italiana sin dal 1994, quando gli venne recapitato, in un contesto di meeting internazionale tra Capi di Stato a Napoli, il primo avviso di garanzia, che non doveva essere mai inviato, significa che questo Paese vive un reale e pericoloso declino democratico, che rischia di mettere in forse le sorti della libertà dell’Italia e dei cittadini italiani. E che nessuno sghignazzi o ammicchi: la libertà è bene supremo da salvaguardare sempre! Non v’è alcun dubbio che Berlusconi è antitetico alla politica: è un megalomane, non ha senso dello Stato, pensa solo ai propri affari economici, manca di virtù etiche, e uso con molta cura questo termine, ne potrei usare altri più veri, ma non è lui il regno del male. I suoi avversari politici, i suoi contendenti, sono stati nell’arco dell’ultimo ventennio i suoi migliori alleati. Avere uno da contrastare come il Cavaliere significava utilizzare strade vellutate per svolgere la parte di oppositori, per lucrare consensi, per campare di rendita. Pensavano: forse in eterno!
Perché non si è voluto mai affrontare con serietà tutta la materia riguardante il conflitto d’interessi? Perché si è consentito a Berlusconi di letteralmente imperversare in RAI, emittente pubblica e bene invidiato della cultura italiana? Perché D’Alema andò a lisciare il pelo ai dipendenti delle aziende del Cavaliere? Perché i mezzi d’informazione, cassa di risonanza dell’opposizione hanno sempre alternato blande accuse a palesi lusinghe nei confronti dell’uomo di Arcore e del suo partito, pur di non averlo contrario, trincerandosi dietro il politically correct? Perché sull’ordinamento giudiziario, in Parlamento nessuno ha avuto mai il coraggio di bloccare lo scempio compiuto, anzi, hanno tutti abbozzato sulle diverse correzioni legislative, senza mai affrontare globalmente la riforma della giustizia? Perché Veltroni si accordò con Berlusconi per modificare la legge elettorale, e agevolò il varo del Porcellum, prendendo a modello la riforma del voto in Toscana, regione storicamente “rossa”? Perché non ci fu sollevazione dell’opposizione alla Camera quando il deputato del PDL Paniz dichiarò che Ruby era la nipote di MubaraK? Si potrebbe continuare all’infinito.
E oggi? Tutti a preoccuparsi e a stracciarsi le vesti per il verdetto imminente che emetterà la Cassazione nei confronti di Berlusconi sulla vicenda Mediaset. Tante dichiarazioni di tantissimi sepolcri imbiancati, operatori dell’informazione e del mondo politico, che servono solo a fare teatro e a riempire le pagine dei giornali e a coprire spazi televisivi, per innalzare il livello del pathos. Non sappiamo quale sarà il responso dei giudici, ma qualsiasi sarà la decisione essa non riguarderà solo il Cavaliere, ma l’intero mondo politico, della magistratura e dell’informazione. Solo qualche “solone” alla Veltroni potrebbe dichiarare che con la sentenza della Cassazione riguardante Berlusconi si scrive la “vera storia d’Italia”. Così l’ex deputato comunista, ex sindaco di Roma, ebbe a scrivere su l’Unità all’indomani dell’avviso di garanzia inviato al presidente Andreotti dal dott. Caselli da Palermo. Il vero sentiero percorso dalla classe politica di questa nauseabonda seconda repubblica dal 1992 ad oggi: fare politica affidandosi al supporto essenziale di certa magistratura! Assoluzione o condanna di Berlusconi, comunque, va scritta la parola fine a questo triste e sciagurato ventennio, caratterizzato dalle “gesta” di “uomini, mezzi uomini, ominicchi, e quaquaraqua”. E’ arrivato il tempo di guardare alla nuova frontiera degli anni futuri, non facile, fatta di sfide ma ricca di sconosciute occasioni, dove si possono scrutare valori, principi, bisogni, un rinnovato rapporto etica-politica, essenziale per riprendere l’ordinato cammino politico in Italia.



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