La sentenza della Cassazione? Sembra scritta da Matteo Renzi, ragiona con Formiche.net il vicedirettore del Foglio Alessandro Giuli, secondo cui da oggi non solo si apre un grosso problema politico per il governo, ma paradossalmente se Berlusconi optasse per un colpo di teatro accettando i domiciliari diventerebbe “il grande recluso” e rafforzerebbe la sua posizione.
La Cassazione mina il governo delle larghe intese?
La Cassazione credo se ne importi poco del governo. In linea di massima, nel momento in cui il segretario del Pd Guglielmo Epifani dice che la sentenza va eseguita subito e invita il Pdl a non creare problemi, nasce un’enorme questione politica all’interno del governo. Da oggi il governo Letta ha un problema in più. Detto questo sulla questione dell’interdizione dai pubblici uffici la battaglia è ancora da giocare.
Se fosse eliminata sarebbe un punto a favore del Cav.?
Beh, ci saranno dei tempi da osservare e serviranno le valutazioni appropriate da parte della Corte d’Appello, con la possibilità di sindacare nuovamente una decisione presso la Cassazione e il tutto potrebbe perfino finire con una prescrizione. Per cui Berlusconi potrebbe rimanere candidabile, in seguito ci sarà da verificare la tenuta politica che da stasera rappresenta un grosso scoglio da gestire.
Quanto è probabile un coup de théatre con Berlusconi che accetta gli arresti domiciliari?
Un gesto stilisticamente sontuoso immaginarsi Berlusconi rinchiuso nel suo castello ad attendere che trascorrano i tempi tecnici della condanna non indultata. Avrebbe senza dubbio un significato simbolico molto forte dal punto di vista dell’immagine berlusconiana. Ma il ritratto che ne vien fuori di fronte ad una sentenza che ha del pavido e del compromissorio affresca una posizione mediaticamente rafforzata, pur avendo subito una mazzata micidiale. Su questo non vi è dubbio.
Potrebbe in quel caso “ribaltare” il tavolo della partita?
A quel punto diventerebbe il grande recluso. Comunque sia si tratta di un personaggio che, anche nella fase culminante della sua battaglia e sull’orlo della sconfitta contro la magistratura, mantiene una luce di grandezza. Mentre la sezione feriale della Cassazione, un po’ ingrigita che oggi è andata lì a esporre fino in fondo una sentenza ambigua, non ha quella stessa luce.
Ha scritto su twitter che è una sentenza scritta da Renzi. Inoltre da queste colonne Gianfranco Pasquino ha detto che il Pd aveva sempre annunciato di voler sconfiggere Berlusconi politicamente e non per via giudiziaria: quindi ha fallito?
Il sindaco di Firenze voleva Berlusconi condannato ma non interdetto, ovvero la sintesi perfetta di ciò che vorrebbe l’ala intenzionata a far cadere il governo e far vincere il grande pregiudicato nelle urne. Cosa sperava in fondo Renzi? Che Berlusconi fosse punito con una condanna rude, ma che l’interdizione dai pubblici uffici fosse sospesa in modo tale da continuare con la litania del leader da sconfiggere nelle urne e non per via giudiziaria. Adesso è un problema per il Pd, in quanto c’era chi sperava che andasse tutto diversamente.
Troppo facile sparare oggi contro il “vecchio” collegio difensivo composto da Ghedini e Longo?
Da parte di alcuni osservatori molto severi è già iniziato in verità l’assalto al grande avvocato Coppi, per dire che in fondo la missione non è riuscita in toto. Ma mi piacerebbe leggere in controluce l’immagine del buon Ghedini senza trovarlo devastato da sberleffi e lazzi.
Una sentenza politicizzata?
Berlusconi ha scelto sì di parlamentarizzare la sua difesa con il duo Ghedini e Longo, ma non c’è dubbio che si sia scontrato con una potenza immane, la procura di Milano, che ha costruito un teorema accusatorio, gestendo dei tempi processuali in modo chiodato.
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