Berlusconi non affonda il governo, apre il Corriere della Sera con le lacrime del Cavaliere tra i suoi sostenitori: “Sono innocente e non mollo, l’esecutivo deve andare avanti”. Letta: ora aspettiamo i fatti. Napolitano riceve i capigruppo Pdl. Cautela del Pd. Bersani: non si prosegue a tutti i costi. L’editoriale di Sergio Romano si concentra sull’incomprensibile teatro estivo “Farsi del male isolati da tutti”, in cui sottolinea che “accecati dallo spirito di parte, i paladini del riscatto e quelli della punizione hanno dimenticato che l’Italia è un problema europeo e che il suo futuro dipende in larga misura dal modo in cui gli altri giudicheranno la tenuta del Paese e la sua credibilità”. Mentre a centropagina spicca il congresso mondiale della filosofia che si apre oggi ad Atene.
Di tenore opposto la scelta del Giornale: “La piazza libera Berlusconi”, con la “svolta di Roma”. I ministri Pdl disertano per non irritare il Pd (che li spernacchia). Addirittura quattro i corsivi a supporto: Paolo Guzzanti su “altro che moderati, via alla rivoluzione”; Marcello Veneziani su “Da Almirante a Craxi, chi tocca la sinistra muore”; Stefano Lorenzetto su “chi cambia scarpa può cambiare tutto” e Vittorio Feltri sulla macchina del fango. Mentre Il Messaggero punta sulla volontà del Cavaliere si non far cadere il governo: le due alternative, chiede Oscar Giannino nel suo fondo, con riferimento alla strada da prendere adesso, con il reportage di Maria Lombardi sulla folla in delirio: “Silvio più grande di Giulio Cesare”. E il retroscena di Alberto Gentili sulla riflessione del premier Letta: “Poteva andare peggio”. Mentre a centropagina spiccano i timori di Bankitalia sul fatto che “l’Italia può tornare a rischio”, con un vertice a Palazzo Chigi tra Letta, Visco e Saccomanni.
Attacca Repubblica, con il fondo di Concita De Gregorio “quella maschera triste in scena a Palazzo Grazioli“, con a sostegno il salvacondotto del Cavaliere di Curzio Maltese e la paura di andare a votare spiegata da Ilvo Diamanti. Stessa linea per l’Unità, con “Il comizio del condannato”: Berlusconi in piazza sferra un feroce attacco ai magistrati e risparmia il governo. “Sono innocente e non mollo”. Sul palco torna il simbolo di Forza Italia. Letta: “Ora vediamo i fatti ma l’autonomia dei giudici è sacra”. Epifani: “La solita doppiezza del Pdl”. Con Michele Ciliberto nel fondo che riflette sulla doppia sfida di governo e Pd. Spicca di spalla il corsivo in punta di penna sui tre ruoli sul palco: leader, vittima e finto statista.
“Prima di tutto c’è l’Italia” apre invece Il Tempo, con il fondo vergato da Sarina Biraghi dedicato allo statista e le lacrime, mentre nell’intervista all’ex ministra Stefania Prestigiacomo si spiega come chiedere la grazia. “Pd-Pdl, il cammino è in salita” certifica Elisabetta Gualmini nel suo fondo sulla Stampa, mentre Gian Enrico Rusconi mette l’accento su “niente paura delle urne”. Di spalla l’analisi di Enrico Moretti su “Usa-Europa: l’addio alle fabbriche”.
Mentre Il Fatto Quotidiano nella consueta veste inchiestistica domenicale racconta: “C’era una volta l’Alfa Romeo“. Là dove c’era una fabbrica ora c’è rovina. Viaggio ad Arese dove nascevano le auto più belle del mondo. E Mirafiori è ferma 27 giorni al mese. Stabilimenti che davano il ritmo all’Italia: lavoro e vacanze. Il racconto delle ferie, ieri e oggi.
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