I capi dei servizi segreti sono nel mirino, almeno nelle aree più esposte alla lotta contro il terrorismo. Oggi, un attentatore suicida si è scagliato oggi a bordo di una moto imbottita di esplosivo contro un convoglio in cui viaggiava il capo dei servizi di intelligence della provincia occidentale di Farah causando la morte di due persone ed il ferimento di altre sedici. Abudl Rahman Juwandi, portavoce del governo provinciale, ha indicato che il generale Abdul Samada è rimasto illeso, ma che quattro delle sue guardie del corpo hanno riportato ferite.
È andata peggio al capo dell’intelligence yemenita di Aden e suo figlio che sono stati uccisi in un agguato mentre erano a bordo della loro auto da un commando di presunti terroristi legati ad al Qaeda, che li hanno affiancati aprendo il fuoco contro di loro. Lo hanno riferito ieri fonti della sicurezza locale. Ali Hadi è morto durante il trasporto in ospedale. L’esercito, affiancato dagli Stati Uniti, è riuscito a riprendere il controllo dei territori meridionali del Paese, dove negli ultimi due anni al Qaeda ha organizzato le sue roccaforti.
La guerra al terrore passa anche e soprattutto dalle capacità di intelligence ed è per questo che i servizi segreti sono sempre più nel mirino delle organizzazioni jihadiste.