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Venti di guerra in Siria. Le contromosse mediatiche di Iran e Damasco

L’Iran ha intimato agli Stati Uniti di non intervenire militarmente in Siria. “Non vi è alcuna autorizzazione internazionale per un intervento del genere”, ha avvertito il portavoce del ministero degli Esteri, Abbas Araqchi. “Speriamo che alla Casa Bianca”, ha aggiunto, citato dall’agenzia Isna, “vi sia abbastanza saggezza per decidere di non entrare in guerra pericolosa. Dichiarazioni provocatore e invio di navi da guerra non aiuteranno a risolvere la questione e renderanno più pericolosa la situazione nella regione”.

Il riferimento di Araqchi è al rafforzamento della presenza navale americana nel Mediterraneo con l’arrivo del cacciatorpediniere USS Mahan che porta a quattro le unità in grado di lanciare un attacco missilistico contro la Siria e all’intervista nella quale Barack Obama aveva alluso alla possibilità di un intervento militare.

Intanto, a Damasco, la tv di stato siriana ha puntato il dito contro Arabia Saudita, Qatar e Germania, indicandoli come i Paesi che hanno fornito armi chimiche ai ribelli. L’emittente ha riferito di un presunto ritrovamento di materiale chimico in un tunnel dei ribelli a Jobar, sobborgo di Damasco. Su alcuni barili che contengono gli agenti chimici, secondo la tv, si legge “Made in Saudi Arabia”, mentre altri provengono da una società multinazionale tedesco-qatariota.



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