L’offensiva statunitense in Siria sembra ormai imminente e in Medio Oriente, terreno di tanti altri scontri, Barack Obama si appresta a rispondere all’uso di armi chimiche messo in atto dal regime di Bashar al-Assad.
Un intervento che potrà contare sullo strapotere militare di Washington, sull’apporto logistico e operativo di Regno Unito e Francia che hanno già identificato le risorse da utilizzare e gli obiettivi sensibili che verranno colpiti.
GLI OBIETTIVI
Le armi chimiche siriane – si legge in un briefing a cura del Centro Studi Internazionali – sono attualmente stoccate in 3 depositi. Pare tuttavia che il raid in fase di preparazione non colpirà tali installazioni per paura di danni collaterali.
Gli obiettivi primari potrebbero essere, quindi, il network della difesa aerea, le unità scelte del regime (che garantiscono la sicurezza a Damasco e dispongono dei vettori missilistici strategici) ed, eventualmente, le postazioni di difesa costiera localizzate nell’area di Latakia. Potrebbero essere colpiti anche i centri di comando e controllo delle forze armate siriane e, probabilmente, anche le strutture dei media legati al regime, al fine di garantire un black out completo delle comunicazioni operative e di propaganda.
LE UNITÀ DI ÉLITE DEL REGIME
Le unità di élite del regime sono sostanzialmente due: la Quarta Divisione Corazzata dell’Esercito, comandata da Maher Assad, fratello minore del Presidente, e la Guardia Repubblicana, a cui si aggiungono le Forze Speciali.
LE POSTAZIONI DI DIFESA COSTIERA
La Russia aveva fornito alla Siria due batterie del sistema Bastion corredate da 72 missili Yakhont. La gittata di tali ordigni varia dai 120 ai 300 km a seconda del profilo di volo.
OPZIONE ATTACCO MISSILISTICO
Attualmente gli Stati Uniti schierano di fronte alla Siria 4 cacciatorpedinieri lancia missili classe Arleigh Burke (nella foto la Uss Mahan) con la capacità teorica di lancio di 224 missili cruise BGM 109 Tomahawk solitamente presenti in 56 esemplari per nave, con un raggio d’azione che varia da 1700 a 1300 km.
Un ulteriore piccolo numero di missili cruise potrebbe essere lanciato dal sottomarino nucleare inglese che viene da più fonti indicato incrociare al largo della Siria.
OPZIONE ATTACCO AEREO
In caso di attacco aereo i primi velivoli utilizzati sarebbero i bombardieri strategici B-2, coadiuvati dai B-52.
Contemporaneamente, la Portaerei Truman con il suo gruppo da battaglia composto di ulteriori due destroyer, due incrociatori e un sottomarino d’attacco attualmente in navigazione nel Mar Rosso potrebbe essere richiamata nel Mediterraneo per partecipare alle operazioni. Ulteriori velivoli d’attacco americani sono schierati in Giordania, in particolare si tratta di 6 F-16C block 30.
L’APPORTO DI FRANCIA E REGNO UNITO
Per quanto riguarda i contributi alleati, è stata messa in stato di allerta la Portaerei francese Charles de Gaulle che potrebbe prendere parte alle operazioni con il suo gruppo imbarcato composto da 8 Rafale M e 7 Super Etendard.
La Gran Bretagna invece, dispone in Mediterraneo di due portaelicotteri HMS Illustrious e HMS Bulwark accompagnate da 2 fregate, 4 navi d’appoggio e 600 Royal Marines della 3a Commando Brigade.