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Nokia, c’era una volta il modello Finlandia?

Con l’acquisizione dei cellulari Nokia e dei suoi brevetti ad opera di Microsoft il Vecchio Continente si priva di fatto dell’ultima grande azienda nel campo dell’elettronica di consumo.
Microsoft ha annunciato che acquisterà la divisione di Nokia che produce telefoni cellulari e servizi per 3,79 miliardi di euro in contanti mentre con l’aggiunta di 1,65 miliardi si aggiudicherà anche l’uso dei brevetti e delle licenze di mappe e servizi di geolocalizzazione per quattro anni. L’operazione sarà conclusa nel primo trimestre del 2014, dopo l’ok degli azionisti e delle autorità di controllo del mercato. I 32 mila dipendenti dell’unico produttore europeo di telefonini passeranno a Microsoft che ha assicurato che non delocalizzerà i 4.700 posti di lavoro in Finlandia.

Come e perché Nokia ha perso il primato

Nokia è stata per 14 anni l’azienda leader nel mercato dei telefonini fino al 2012, quando venne superata da Samsung. Giunti sul mercato iPhone e smartphone che utilizzano Android, il sistema operativo di Google, Nokia ha dovuto pagare il conto del ritardo nello sviluppo di telefoni di nuova generazione e a poco è servita l’adozione del sistema operativo Windows Phone voluta da Elop.
Nell’ultimo trimestre le sue vendite sono calate del 24 per cento rispetto all’anno precedente mentre quelle dei telefonini Lumia sono cresciute. Nonostante però la quota record dell’8,2% raggiunta a luglio in Europa da Windows Phone, il trend ascendente secondo i dati diffusi da Kantar Worldpanel sarebbe alimentato da percentuali di utenti che migrano da sistemi in disuso come Symbian o in calo come BlackBerry mentre il pubblico fedele ad Android e iOs non viene intaccato.
Secondo i dati della società inoltre Windows Phone raggiunge quote superiori al 10 % solo in Messico e in Francia, mentre IPhone e cellulari con sistema operativo Android costituiscono oltre il 95% delle vendite negli Stati Uniti in Cina, i due mercati di smartphone più grandi al mondo.

Europa spettatrice

“Questa è la fine di un’era”, è la sintesi più efficace dell’annuncio di oggi del ministro degli Affari economici finlandese, Jan Vapaavuori. E mentre in Finlandia, al di là di tutte le rassicurazioni di oggi, ci si interroga su quali conseguenze occupazionali e industriali potrà avere questa cessione, è tutta l’Europa che vede sottrarsi il controllo su un altro pezzo pregiato della sua industria.

All’Europa non restache la consapevolezza del ruolo irrilevante nel settore tecnologico. Paolo Ottolina sul Corriere della Sera riassume il nostro destino:
“Siamo cresciuti con televisori tedeschi e olandesi (e italiani). Siamo diventati grandi con un cellulare finlandese in mano. Invecchieremo con oggetti cinesi animati da software americani. In cuor nostro lo sapevamo già, ma quando il sospetto si fa certezza un po’ si rimane male”.


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