Ridotto all’essenziale lo studio pubblicato dalla Stanford University su Mediaset sostiene quanto segue: se si analizza la domanda di inserzioni pubblicitarie nei confronti delle televisioni – quelle di Mediaset e quelle della RAI – si scopre che nei periodi in cui Berlusconi è Presidente del Consiglio essa aumenta a favore di Mediaset (e a danno della RAI), mentre il contrario accade quando non lo è.
Se poi si va a guardare a quali settori produttivi appartengono le imprese che aumentano la domanda di inserzioni pubblicitarie nei periodi che vedono Berlusconi presidente, si scopre che si tratta di settori intensamente regolati (per la definizione di settore regolato si veda la pagina 23 dello studio: in breve, le telecomunicazioni sono regolate, le saponette no). La correlazione fra introiti pubblicitari e ruolo istituzionale di Silvio Berlusconi si osserva anche per i giornali che compongono l’universo di Berlusconi.
Fine della relazione statistica. Seguono le mie considerazioni a partire dalla relazione statistica.
Prima considerazione: come mai i settori regolati corrono verso il vincitore di turno – Mediaset con Berlusconi Presidente del Consiglio, oppure la Rai quando i presidenti sono altri? Contano di strappare qualche attenzione? Possibile.
Seconda considerazione: gli azionisti di Mediaset guadagnano di più con Berlusconi Presidente, e guadagnano di meno quando sono altri i Presidenti. Il che mostra perché possa accadere che il titolo Mediaset risenta degli andamenti della politica italiana in una misura sensibile e per ragioni “fondamentali”, non per le “isterie” dei mercati finanziari. Ossia, per dirla in altro modo, se Berlusconi rischia di perdere il proprio potere politico e l’azione Mediaset cade, come accaduto giusto pochi giorni fa, non c’è alcun intento “punitivo” o addirittura un “complotto”, ma una mera considerazione sui bilanci futuri della società.
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