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Siria, la guerriglia pacifica di Papa Francesco. Lo speciale Formiche.net

Un appello al quale non si poteva restare indifferenti. Ma la giornata di digiuno indetta oggi da Bergoglio per la pace in Siria rappresenta soltanto il culmine di un’azione diplomatica che il Papa ha intrapreso progressivamente.

“Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”, aveva gridato Francesco affacciato dalla finestra dello studio privato nel Palazzo apostolico durante l’Angelus di domenica scorsa. E ancora un particolare accento sulle parole “dialogo” e “negoziato” è apparso in ogni intervento del Papa. Parole e gesti in cui ha raccomandato a più riprese l’importanza di favorire una soluzione pacifica.

Ma il suo non è semplicemente un richiamo etico. E non è neanche un vuoto e astratto pacifismo. Il suo contributo punta alla costruzione di una civiltà umana universale, indipendente e superiore da una pura e semplice logica di parte che il Cristianesimo e gli ideali spirituali della Chiesa devono offrire al mondo.

“Troppi interessi di parte – ha scritto Bergoglio in una lettera inviata a Putin in coincidenza con l’apertura del G20 a San Pietroburgo – hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano”, invitando i leader degli Stati del G20 a non rimanere inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la popolazione siriana.

Una posizione di netta chiusura alla guerra che in molti però pensano che possa essere cambiata dinanzi ad un attacco militare contro il regime di Damasco quando la Santa Sede potrebbe rivedere le sue posizioni riguardo alla concezione di una guerra giusta. Come sostiene il vaticanista John Thavis in un’intervista a Formiche.net ciò non cambierà però il giudizio di Papa Francesco riguardo l’efficacia o meno della guerra.

 I messaggi da Twitter

Papa Francesco affida il suo grido contro la violenza in Siria e nel mondo anche al potere dei social network. “La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l`umanità”, ha scritto ieri su Twitter con l’account @Pontifex e l’hashtag #prayforpeace, invitando poi in un secondo tweet anche i giovani: “Cari giovani, pregate con me per la pace nel mondo #prayforpeace“.

La sera prima Francesco aveva postato altri due tweet: “Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di non chiudersi nei propri interessi”, ha ribadito sulla Siria. E nel secondo ha sottolineato: “Non esiste un cristianesimo ‘low cost’. Seguire Gesù vuol dire andare contro corrente, rinunciando al male e all`egoismo”.

Le ultime mosse di Papa Francesco e la linea del Vaticano sulla crisi siriana negli approfondimenti di Formiche.net:

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