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Corriere della Sera, i lettori sbeffeggiano un po’ i giornalisti che scioperano

Il gruppo Rcs è oberato dai debiti e crescono le tensioni tra gli azionisti, che cercano una via d’uscita. Il piano del vertice del gruppo capitanato da Pietro Scott Jovane prevede la vendita della sede storica di Via Solferino, per poi riaffitarne una parte.

Una soluzione che ha fatto scattare l’insofferenza della redazione del Corriere della Sera.

I giornalisti si oppongono e chiedono un diverso rilancio dell’azienda, che non passi attraverso quello che ritengono solo un impoverimento patrimoniale. In un comunicato il Comitato di redazione, annunciando uno sciopero indetto per la giornata di domani, si rivolge allo stesso amministratore delegato al quale chiede investimenti e una “decisione strategica, per esempio, sul mondo digitale“.

La nota del Cdr ha però innescato commenti piccati tra i lettori più affezionati del Corriere, che non giudicano positivamente la scelta dei giornalisti di scioperare.

Ecco alcuni degli “appunti” riservati alle firme del quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli.

MENO PRIVILEGI
Uno dei commenti più votati, quello di realvidal tocca uno dei punti più discussi della lunga contesa tra dirigenza e giornalisti. Il gruppo ha chiesto da tempo che per risparmiare si lasci la sede di via Solferino (o che si trovi una formula differente per restarci). Un piano che ha trovato una strenua opposizione. “Pensare di avere una sede in centro a Milano – scrive il lettore – non mi sembra un baluardo da difendere. Cari giornalisti andate anche voi in via Rizzoli (c’è la metro 2) e chiedete di investire tutto il ricavato della vendita in un valido progetto “digital” che provi a farvi uscire dalla crisi. Non difendete privilegi che in questo momento non si possono sostenere con la scusa della memoria storica”.

CONTRO LA “CASTA”
A scagliarsi contro i giornalisti è orsospeleo, un lettore che ritiene che, complice la crisi economica, “si leggono meno anche i giornali, la pubblicità paga meno“. Ma “il conservatore Corriere“, ammonisce, “sta dalla parte della casta, i suoi lettori si stanno impoverendo sgomenti. Marchionne farà come con la Fiat. Cari sindacalisti a rimetterci non sarà la casta dei giornalisti ma tutti gli altri. Grazie a voi“.

MA IL CORRIERE NON ERA LIBERISTA?
Ne fa una questione intellettuale il lettore Bazinga, che manifesta tutta la sua ironica perplessità. “Sarei curioso di sapere se del Cdr, che ora chiede aiuto, fanno parte anche gli editorialisti che snocciolano e seguono continuamente le leggi di mercato ed al liberismo sfrenato (quando tocca il posto degli altri) come dei mantra assoluti e che si lamentano dei costi del lavoro e d’impresa in Italia (a proposito il loro stipendio quanto pesa?)

PENSATE A LAVORARE
Vi sembra possibile che siano tutti stupidi e solo voi sapreste come rilanciare il giornale?” Se lo chiede polemicamente SauroDino, in uno dei tanti commenti. “Non credete che A.D. e azionisti – aggiunge – abbiano gli stessi se non maggiori interessi di voi a far funzionare l’azienda? State calmi e lasciateli lavorar in pace! Lo sciopero è solo un mezzo per danneggiare ulteriormente la situazione economica“.



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