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Ecco come l’Italia prova a fare squadra nella difesa

camporini

Il Consiglio europeo di dicembre sulla difesa vedrà giocare all’Italia un ruolo di rilievo. Il nostro Paese è uno dei leader del comparto ed è sua la proposta di una maggiore integrazione comunitaria nel settore della difesa, contenuta nel documento More Europe. Per perfezionare la posizione italiana in vista del vertice, il ministero della Difesa ha convocato ieri una riunione con alcune delle più importanti aziende del settore: Finmeccanica, Fincantieri, Aiad, Piaggio, Avio, Iveco, Elettronica e Beretta.

Un appuntamento che il sottosegretario alla Difesa, Roberta Pinotti (Pd), ha commentato come “il primo” di una serie di confronti.
Dalle aziende la senatrice ha confermato di aver avuto per il momento “piena collaborazione. È opinione di tutti – ha detto – che se vogliamo costruire un Sistema Paese, l’idea che si marci ciascuno con una strategia è uno spreco di risorse. Non ci consente di perseguire interesse nazionale”, né una “politica industriale” condivisa.

Frasi a cui ha fatto da sponda il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani (Pdl), riferendo ieri alle Commissioni esteri, difesa e politiche Ue. Per rilanciare la competitività di un settore “strategico” come quello della difesa “e non delegare la propria sicurezza ad altri” occorre “unire le forze” in Europa e arrivare a un “mercato interno integrato”.

Una conferma che l’Italia prova ad affrontare le sfide del futuro facendo gioco di squadra e unendo le imprese, il livello governativo italiano e quello europeo.

Quell’Unione che, secondo il sottosegretario Pinotti è però a un punto di svolta.
Non possiamo permetterci ulteriori riunioni in cui non si decide nulla” ha detto riferendosi al prossimo Consiglio europeo. “I Paesi europei vinceranno la sfida dell’innovazione solo se si metteranno in una competizione intelligente”, una “strategia di salvaguardia e sostegno reciproco” dai mutamenti di un mondo multipolare e dalla crescita anche tecnologica di altre nazioni, Cina in primo luogo.
Non può sfuggirci che l’Europa avrà qualcosa da dire solo se si presenterà unita. Una sensibilità che sembra trovare diffusione nella politica e nella società, ma che ora ha bisogno di uno scatto decisivo per essere realizzata”.


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