Di estrema destra o liberalconservatrice? Alternativa per la Germania e il suo leader, Bernd Lucke (nella foto), occupano da settimane le pagine dei giornali. Il piccolo movimento, fondato la scorsa primavera, sembra potercela fare. La soglia di sbarramento è vicina.
Persino le rilevazioni demoscopiche registrano un forte aumento di consensi nelle ultime tre settimane. Ma qual è la ragione di un balzo in avanti così repentino? Secondo alcuni sondaggisti, AfD come partito semplicemente antieuro non avrebbe avuto alcuna chance. Soltanto sposando proposte nazionaliste molto care agli ambienti di estrema destra, l’Alternativa avrebbe incrementato i propri consensi. Questa è la tesi dell’ultima indagine dell’istituto Forsa sull’elettorato dell’AfD.
L’altra indagine, curata dall’Allensbach Institut lo scorso aprile, riportava dati simili. Chi vota AfD è perlopiù uomo, sopra i sessantanni e proviene dal ceto medio. Da questi dati, invero alquanto vaghi, i sondaggisti di Forsa desumono che gli elettori dell’Alternativa avrebbero caratteristiche simili a quelle dei Republikaner, un piccolo partito di estrema destra nato negli anni Novanta (e ancora oggi attivo) nel tentativo di replicare in Germania il modello del Front National francese.
Nell’ultimo periodo, tuttavia, l’AfD non ha utilizzato slogan particolari né in materia di immigrazione né in materia economica, tali da poter attrarre consensi anche tra gli elettori dell’estrema destra. Al contrario, il focus del partito continua ad essere l’unione economica e monetaria. I manifesti che si incontrano più frequentemente per le strade sono tutti contro la moneta unica, la BCE o Mario Draghi. Insomma, di pericolosamente destrorso non c’è nulla, se non si vuole definire l’euroscetticismo come di per sé di destra.
Date le analoghe posizioni di Die Linke, sembra difficile arrivare a questa conclusione. L’istituto Forsa sembra insomma cercare qualche giustificazione per la propria tesi enunciata in primavera, ovvero che per un partito antieuro non vi sarebbe stato alcuno spazio. In realtà, benché piccolo, lo spazio sembra esserci eccome ed essere stato creato in buona parte dal non voto, da neoelettori (31 percento in totale) o dal centrodestra, anche se Allensbach ad aprile parlava di travasi rilevanti anche da Pirati e Linke.
Secondo l’istituto INSA, il 22 percento dei potenziali elettori dell’AfD verrebbe da i delusi del partito liberale, il 16 percento da ex-democristiani o cristianosociali, il 13 percento da altri partiti minori (tra cui anche quelli di estrema destra), il 6 percento dai socialdemocratici e il 3 percento dagli ecologisti.
A prescindere dal fatto che l’Alternativa raggiunga o meno il 5 percento ed entri al Bundestag, la sua presenza sottrae già oggi suffragi importanti, anche se minimi, alla coalizione cristiano-liberale, che, proprio secondo gli ultimi sondaggi, non disporrebbe di una maggioranza assoluta per continuare a governare.