“La Chiesa ha il dovere di aprirsi alla modernità”. I mali del mondo? “I giovani senza lavoro e i vecchi soli”. Sono le parole del Papa in un colloquio con Eugenio Scalfari avvenuto martedì scorso nella residenza di Santa Marta, dopo lo scambio di lettere tra Bergoglio e il fondatore di Repubblica, e pubblicato oggi sul quotidiano diretto da Ezio Mauro.
CONTRO LA CORTE
Conforme al suo stile e in continuità con la sua opera di riforma della Chiesa, il Pontefice lancia dei messaggi chiari e diretti riguardo agli obiettivi del suo mandato. “La corte è la lebbra del papato“, afferma il Papa. Ma qual è la corte? Allude forse alla Curia? Chiede Scalfari. “No, in Curia ci sono talvolta dei cortigiani, ma la Curia nel suo complesso è un’altra cosa. È quella che negli eserciti si chiama l’intendenza, gestisce i servizi che servono alla Santa Sede. Però ha un difetto: è Vaticano-centrica. Vede e cura gli interessi del Vaticano, che sono ancora, in gran parte, interessi temporali. Questa visione Vaticano-centrica trascura il mondo che ci circonda. Non condivido questa visione e farò di tutto per cambiarla“, aggiunge Papa Francesco.
UNA NUOVA CHIESA
La Chiesa, secondo Bergoglio, “è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d’anime, sono al servizio del popolo di Dio. La Chiesa è questo, una parola non a caso diversa dalla Santa Sede che ha una sua funzione importante ma è al servizio della Chiesa. Io – continua il Pontefice – non avrei potuto avere la piena fede in Dio e nel suo Figlio se non mi fossi formato nella Chiesa e ho avuto la fortuna di trovarmi, in Argentina, in una comunità senza la quale non avrei preso coscienza di me e della mia fede“.
LA SCIOCCHEZZA DEL PROSELITISMO
Il fondatore del quotidiano racconta poi un simpatico, ma significativo aneddoto. “Il Papa entra e mi dà la mano, ci sediamo. Il Papa sorride e mi dice: “Qualcuno dei miei collaboratori che la conosce mi ha detto che lei tenterà di convertirmi“. È una battuta e gli rispondo. “Anche i miei amici pensano che sia lei a volermi convertire”. Il Papa commenta: “Il proselitismo è una solenne sciocchezza. Bisogna conoscersi, ascoltarsi e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda. A me capita che dopo un incontro ho voglia di farne un altro perché nascono nuove idee e si scoprono nuovi bisogni. Questo è importante: conoscersi, ascoltarsi, ampliare la cerchia dei pensieri. Il mondo è percorso da strade che riavvicinano e allontanano, ma l’importante è che portino verso il bene“.
LIBERISMO SELVAGGIO, FLAGELLO DEI GIOVANI
Il dialogo tra i due continua poi con un pensiero del Papa rivolto ai giovani e alle crescenti diseguaglianze. “Il liberismo selvaggio non fa che rendere i forti più forti, i deboli più deboli, e gli esclusi più esclusi“, aggiunge il Papa. “Ci vuole – afferma il Pontefice – grande libertà, nessuna discriminazione, non demagogia e molto amore“. Secondo Bergoglio, inoltre, “ci vogliono regole di comportamento ed anche, se fosse necessario, interventi diretti dello Stato per correggere le disuguaglianze più intollerabili“.
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