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Lampedusa, Italia, con la morte nel cuore

Carretta del mare prende fuoco nei pressi dell’isola di Lampedusa ed è strage: circa 500 i migranti a bordo che sono stati scagliati in mare. A pochissimi giorni dalla tragedia di Ragusa, ecco una nuova ecatombe dell’immigrazione nelle acque che separano l’Italia dal Nordafrica.

I morti accertati sarebbero 94 anche se mancano all’appello 250 persone: numerosi sono ancora in mare, tra la disperazione dei soccorritori. In manette lo scafista: tra i morti ci sono anche due donne incinte e tre bambini. I cadaveri sono stati posizionati all’interno di un hangar dell’aeroporto dal momento che la camera mortuaria non aveva altro spazio. Sull’isola il ministro Angelino Alfano, il capo della polizia Alessandro Pansa e la presidente della Camera Laura Boldrini. Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha inviato un telegramma al premier Enrico Letta: “Venga a contare i morti con me”.

Ricostruzione
Il barcone su cui era scoppiato un incendio per un cortocircuito è affondato ed è stato individuato intorno a mezzogiorno, nelle vicinanze dell’isola dei Conigli dove sono stati rinvenuti giubbotti salvagente, pezzi di legno e macchie di olio. “Ci sono morti ovunque”, dice un testimone. Secondo quanto riferito dal coordinatore dell’operazione, il commissario straordinario dell’Asp di Palermo Antonio Candela, ci sono anche 30 bambini di cui due di pochissimi mesi.

Le reazioni
Prima fra tutte quella del Santo Padre che dice: “E’una vergogna”. Il premier Letta la definisce una “immane tragedia” e assicura in un tweet che “appena possibile il Governo riferirà in Parlamento”. Il vicepremier Alfano invece sottolinea: “Speriamo che l’Unione Europea si renda conto che non è un dramma italiano ma europeo”. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano osserva che “siamo ormai dinanzi al succedersi di vere e proprie stragi di innocenti, sino alla più sconvolgente questa mattina a Lampedusa, che non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell’Unione Europea”. E aggiunge: “E’ indispensabile stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo. Sono pertanto indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte”.



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