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Assisi, ecco l’agenda e gli obiettivi di Papa Francesco

Alla luce dell’ennesima tragedia nelle acque di Lampedusa, il viaggio di Francesco ad Assisi di oggi acquisirà un significato ancora maggiore. Il Papa pellegrino tra gli ultimi non potrà non ricordare e reiterare quella parola, “Vergogna!”, che ieri mattina ha pronunciato non appena messo a conoscenza del naufragio. Sarà un programma intenso, un’intera giornata nella città del Santo di cui porta il nome. Cinque discorsi più l’omelia durante la messa del mattino. Pranzo con i poveri, incontro con i disabili, i giovani, il Clero e le persone di vita consacrata. Lo schema, salvo qualche cambiamento, è lo stesso dell’ultimo viaggio in Italia, a Cagliari. Dalle pagine dell’Osservatore Romano, il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino , scrive che “la visita di Papa Francesco ha indubbiamente un carattere singolare. Se non altro, per il fatto che si tratta del primo Pontefice che porta il nome del Poverello”. È noto, continua il prelato, che “il Santo Padre ha attribuito a questa scelta un carattere programmatico, illustrato fin dalle prime battute del suo pontificato”. Inoltre, “i frati furono fin dall’inizio uomini di missione. Tre passaggi che scandiscono la Chiesa: parola, comunione, missione”. E proprio su quest’ultimo punto vuole soffermarsi mons. Sorrentino: “Alla missione Papa Francesco ci sta spingendo con forza. Abbiamo accolto una parola a lui cara – ‘periferie’ – nel tema dell’anno pastorale appena iniziato”.

Le ipotesi sulle parole del Papa

Secondo una ricostruzione del quotidiano Repubblica, domani il Papa potrebbe tenere un “discorso forte, incisivo, senza precedenti, su Chiesa e Sorella povertà”. Dalla città “dove San Francesco si spogliò dei vestiti e di tutti i beni materiali, voglio spiegare come la Chiesa oggi si deve spogliare delle sue ricchezze per stare più vicina ai poveri e ai bisognosi”, avrebbe confidato il Papa sempre secondo le anticipazioni di Repubblica.
Sul significato e l’interpretazione del viaggio papale si è espresso anche il custode del Sacro Convento, Mauro Gambetti: “L’itinerario che il Papa ha tracciato in un’unica intensa giornata sembra un cammino sulle orme del Santo di Assisi, quasi a volerne ripercorrere i tratti salienti dell’esperienza spirituale”. Francesco, poi, accennerà all’importanza del dialogo interreligioso come strumento per prevenire le crisi e i conflitti internazionali. Lo farà lì, proprio nella città in cui Giovanni Paolo II teneva gli incontri con i leader delle altre confessioni religiose.

La missione al nuovo elemosiniere

Che Francesco voglia dare un segnale di vicinanza agli ultimi e ai poveri, lo si comprende anche leggendo la lunga intervista al nuovo elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, apparsa sull’ultimo numero dell’Osservatore Romano. “Non sarai un vescovo da scrivania, né ti voglio vedere dietro di me durante le celebrazioni. Ti voglio sapere sempre tra la gente. Tu dovrai essere il prolungamento della mia mano per portare una carezza ai poveri, ai diseredati, agli ultimi”, ha detto il Papa all’ex cerimoniere polacco annunciandogli il nuovo incarico, aggiungendo che “fare l’elemosiniere significa soprattutto esercitare una carità che va oltre le mura”. Francesco, prosegue mons. Krajewski, “mi ha chiesto espressamente di non restare dietro la scrivania a firmare pergamene, ma di andare incontro ai poveri, ai bisognosi, nel corpo e nello spirito”.


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