Interesse nazionale è solo roba da protezionisti? Non per Michele Boldrin, economista turbo-liberista, docente universitario e leader acclamato e indiscusso del movimento Fare per Fermare il declino.
Boldrin ha infatti sostenuto e difeso il punto di vista di Ezio Bussoletti, professore ordinario di Fisica e Tecnologie Spaziali presso l’Università Parthenope di Napoli, membro del consiglio di amministrazione dell’Agenzia Spaziale Italiana ed esponente di Fare, che dopo un’intervista rilasciata a Formiche.net si è ritrovato nel vortice di una polemica.
Gli attriti, che contrappongono Bussoletti ad altri componenti e simpatizzanti del movimento liberista, sono stati generati da alcune frasi dell’esperto di aerospazio che auspica per Avio, uno dei gioielli della tecnologia italiana che potrebbe passare in mani straniere, un intervento dello Stato per far sì che, anche in caso di vendita, i centri di ricerca e produzione italiani rimangano sulla Penisola. Pena, per Bussoletti, la perdita di asset strategici per il know how tecnologico del Paese. A queste parole Boldrin ha dato il suo endorsement dalla sua pagina Facebook, dicendo di “condividere” questo punto di vista sulla “italianità”.
Questa idea non ha però convinto molti militanti del movimento ultra liberista che, sia nelle scorse settimane sia ieri, hanno polemizzato con l’esperto di aerospazio. C’è chi come Piercamillo Falasca scrive che “tutti facciamo il tifo perché l’Italia conservi e ampli il tessuto di imprese ad alto contenuto tecnologico, ma nella posizione di Bussoletti non vedo pars construens. Solo pars destruens… Il declino – aggiunge – è ormai maggioranza anche in Fare, purtroppo“.
Alessandro Piergentili ritiene che “in Italia ci sarebbe bisogno di meno dirigismo, non di più dirigismo. La politica industriale deve creare le condizioni perché si crei un mercato capace di mantenere italiane certe realtà, ma se non ce la fa, lo stato non può nulla. Incominciamo a diminuire le imposte e la burocrazia e poi ne riparliamo. Non siamo in grado di trattenere i cervelli, figuriamoci delle aziende di proprietà di fondi esteri“.
Da rilevare anche l’opinione sarcastica di Diego Menegon, secondo il quale, alla luce di quanto scritto da Bussoletti, “urge… aggiornare i punti del manifesto e del programma di Fare relativi a privatizzazioni, riduzione del debito pubblico e liberalizzazioni. difesa dell’italianità degli asset che gli addetti al settore definiscono strategici, ricorso al debito per la nazionalizzazione delle società che detengono i medesimi asset, vasto ricorso al risparmio postale e al denaro dei contribuenti per finanziare le stesse operazioni“.
Al coro di commenti si è unito anche un esponente di peso del mondo liberista italiano, l’avvocato Alessandro De Nicola, presidente dell’Adam Smith Society e co-fondatore di Italia Aperta e Fare, che su Twitter ha scritto che Nuovo Pignone, venduta agli americani di General Electric, è oggi un gioiello. Segno che “italianità” significa solo “discrezionalità politica“.
Come avrà preso queste prese di posizione il vulcanico Boldrin? Non bene, stando al prosieguo del dibattito su Facebook, dove invita “a leggere” meglio ciò che scrive Bussoletti in relazione al fondo CINVEN in cui, a detta dell’esperto di aerospazio, “non sembra subentrare capitale italiano” per poi aggiungere scocciato: “Questo dibattito è demenziale. Le persone che criticano le affermazioni di Ezio sembrano non capire cosa siano i costi fissi, le esternalità ed altre cosette simili che sono l’ABC dell’economia industriale. Confondere AVIO con Alitalia è semplicemente ridicolo e prova d’ignoranza. Non so che altro dire, studiate le questioni concrete e smettetela di ripetere queste litanie finto-liberali che ricordano solo le prediche degli ayatollah“.
Botta e risposta terminati? C’è da scommettere di no.