Ora è ufficiale. Flavio Tosi prova la scalata alla guida dei moderati e dei conservatori. Italiani e non soltanto nordisti. Lo fa con un progetto dal titolo “Ricostruiamo il paese”, che ha presentato a Mantova. Uno slogan che darà il nome a una fondazione creata per andare oltre gli steccati angusti della Lega Nord. Non è un caso che i cavalli di battaglia del Carroccio – “macro-regione” settentrionale, lotta all’immigrazione clandestina, legge e ordine – vengano affiancati e talvolta messi in ombra da una strategia economico-sociale ampiamente inclusiva. Allontanandosi dall’aspirazione a trasformare le “camicie verdi” nella “CSU lombardo-veneto-piemontese”, il primo cittadino di Verona tenterà anche di convincere gli elettori del Mezzogiorno con un tour nelle regioni meridionali.
Istituzioni e riforma elettorale
Pur senza invocare l’elezione popolare del Capo dello Stato con poteri esecutivi, Tosi auspica un governo forte della legittimazione dell’opinione pubblica e di poteri analoghi a quelli del presidente di Stati Uniti e Francia o del premier britannico. Un orizzonte presidenziale il cui contrappeso è il rafforzamento del referendum abrogativo, con l’eliminazione del quorum per la sua validità e l’estensione dei temi soggetti alla consultazione. L’altro pilastro del progetto istituzionale, in una sola Camera politica con la trasformazione del Senato in Assemblea delle regioni, è una nuova legge elettorale “capace di garantire rappresentanza e governabilità”.
Tuttavia il modello di riferimento non è il collegio maggioritario di Usa, Francia e Regno Unito, bensì il meccanismo in vigore nelle grandi città: investitura diretta del capo del governo appoggiato da una coalizione di forze elette con il proporzionale, con possibilità di un premio di maggioranza per l’alleanza vincente. Ai cittadini viene riconosciuta la facoltà di esprimere una o più preferenze nelle liste di partito. È un disegno che ricalca la riforma messa a punto da Luciano Violante e Roberto D’Alimonte nel Comitato dei saggi per la revisione della Carta de 1948. “Ripartire dal testo Violante” è l’idea rilanciata da Matteo Renzi nell’intervista su La Stampa e già anticipata nell’estate con la formula del “sindaco d’Italia”. A riprova di una profonda consonanza tra i due ex outsider del centro-destra e della sinistra.
Federalismo e burocrazia
L’architettura costituzionale prefigurata da Tosi trova il suo completamento in un “federalismo a geometria variabile” come in Spagna. Richiamandosi all’articolo 116 della Costituzione che permette alle Regioni più virtuose di negoziare con lo Stato una più ampia autonomia, il primo cittadino di Verona vuole mettere in moto un processo di “competizione positiva” tra governi territoriali. Coerente con la battaglia del Carroccio guidato da Roberto Maroni è la sua richiesta di attuare l’articolo 132 della Costituzione per favorire la creazione di macro-regioni. Ma sui tagli ai costi locali sconfessa la rivendicazione leghista della superiorità delle amministrazioni settentrionali. Denunciando come in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta la spesa ammonti a 30-40 miliardi in più del necessario, Tosi punta ad ancorare le uscite finanziarie al numero degli abitanti e a fissare stringenti parametri per l’acquisto di beni e servizi. Non prevedendone l’abolizione, propone la trasformazione delle Province in enti di coordinamento dei Comuni per la gestione territoriale di rifiuti, acqua, viabilità, trasporto pubblico, caccia.
Debito, spesa pubblica, rapporti con l’Ue
Fortemente liberale è il suo piano di aggressione al debito pubblico grazie alla riduzione della spesa. E i capitoli individuati sono gli sprechi dello Stato centrale, le grandi aziende pubbliche da vendere totalmente o parzialmente, la partecipazione statale in società non strategiche, la dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, la riduzione delle missioni di pace all’estero, l’utilizzo di 50 miliardi delle riserve auree. Tosi è fautore del principio di sussidiarietà, la possibilità di affidare prestazioni e servizi ai privati nel caso in cui convenga rispetto alla pubblica amministrazione. Ma rivendica allo Stato la programmazione strategica delle priorità nazionali. Requisito preliminare è però “ridisegnare il rapporto tra Italia ed Europa”. Che non equivale a un sì o no alla moneta unica, visto che “tanto è costato entrarci e non ci faranno uscire gratis”. La stella polare è “rinegoziare i patti stipulati con la Ue, e far pesare la nostra voce in virtù degli 8 miliardi di euro regalati ogni anno alle istituzioni comunitarie a trazione franco-tedesca”.
Economia, fisco e lavoro
Il binomio riduzione della spesa pubblica-abbattimento del debito si completa nel taglio delle tasse per cittadini e imprese. A giudizio del candidato leader del centro-destra è doveroso introdurre il quoziente familiare e gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni e le start up nei primi 5 anni. Per combattere l’evasione fiscale la ricetta è il “contrasto di interessi” nei settori merceologici più a rischio. Forti incentivi sono previsti per i grandi investimenti infrastrutturali in trasporti e vie di comunicazione. Ma tali iniziative devono essere “supportate da istituti di credito che devono tornare a fare le banche”.
Educazione e Welfare
Rinnovare l’istruzione vuol dire per Tosi omologare il numero degli insegnanti e del personale a quello dei paesi occidentali, affermare pari dignità fra pubblico e privato per promuovere una competizione virtuosa, basarsi sul merito nella selezione di docenti e studenti. La riforma del Welfare deve “riportare equità nel regime pensionistico ponendo un tetto alle pensioni e alle retribuzioni più alte nel pubblico impiego, visto che non corrispondono ai contributi realmente versati. E favorire per le nuove generazioni assegni integrativi tramite la riduzione del prelievo fiscale in busta paga”. La legge Fornero richiede una “revisione dei sussidi al reddito per premiare le persone espulse dal mondo del lavoro disposte a rimettersi in gioco”.
Energia e ambiente, cultura e turismo
Per Tosi la ragione dell’elevato prezzo dell’energia nel nostro Paese risiede nella “completa rinuncia al nucleare, che ci rende dipendenti dall’estero per gli approvvigionamenti”. E negli incentivi pubblici abnormi alle fonti alternative e rinnovabili, “che hanno dato il via ad attività speculative”. Fiero avversario del consumo del territorio agricolo a favore degli insediamenti residenziali, il primo cittadino di Verona guarda alla Francia “per trasformare i musei da luoghi di conservazione del patrimonio artistico in attività imprenditoriali pubbliche e private fonte di risorse e volano di attrazione turistica”.
Giustizia
Alfiere del binomio legge-ordine, l’esponente del Carroccio propone di sancire per legge la certezza della pena, ridurre i tempi della sospensione condizionale, tutelare le forze dell’ordine in servizio e la legittima difesa dei cittadini minacciati nella loro incolumità e proprietà, adottare il potere di fermo dei Comuni “per i comportamenti gravemente molesti e di degrado urbano”. Affinità con la battaglia referendaria dei Radicali presenta la sua adesione alla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e accusatoria. Pur senza invocare il ripristino dell’autorizzazione a procedere per i parlamentari abrogato nel 1993, Tosi vuole ristabilire “il principio che nessun organo dello Stato può essere sovra-ordinato alle prerogative dei rappresentanti del popolo”. Ma nessuna parola viene pronunciata sulla responsabilità civile dei giudici, altro cavallo di battaglia radicale appoggiato con convinzione dalla Lega Nord.
Riguardo al sovraffollamento inumano dei penitenziari il sindaco della città scaligera pensa di trasformare le caserme dismesse in nuove prigioni, più grandi e vivibili per detenuti e agenti: “Si otterrebbero costi inferiori e maggiori possibilità di impegnare i condannati, rendendo le loro giornate meno alienanti con la possibilità di imparare un lavoro che favorirà il loro reinserimento nella società al termine della pena. È la strada da percorrere, alternativa a inaccettabili amnistie, indulti, decreti svuota-carceri”.
Immigrazione
Nell’alveo della tradizione leghista e della sua storia politica ma lontano dagli oltranzismi delle origini e di diversi esponenti del Carroccio, Tosi pone l’accento sull’importanza di un controllo rigoroso sugli ingressi dei cittadini stranieri e sugli allontanamenti di chi è entrato irregolarmente. Per fronteggiare l’immigrazione clandestina propone che gli extracomunitari abbiano il permesso di soggiorno approvato prima di partire. Mentre per arginare le “tragedie del mare organizzate dai racket malavitosi”, guarda alle politiche di respingimento attuate da Grecia e Spagna e invoca l’aiuto delle flotte degli altri paesi Ue fin dalle coste di partenza. Ma ai partner europei chiede di accogliere una quota di profughi proporzionale al numero della loro popolazione. Una netta ostilità, coerente con la visione della Lega e dell’intero centro-destra, viene ribadita verso lo “ius soli” per cui è cittadino chi nasce sul territorio dello Stato indipendentemente dalla nazionalità dei genitori.