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Cosa insegna all’Ue e all’Italia il colpo di biliardo di Marine Le Pen

Cosa insegna all’Europa e alle rabberciate destre italiane la marcia di avvicinamento del Front National francese verso l’Eliseo? La compagine guidata da Marine Le Pen, smacchiatasi forzatamente dall’epiteto di estrema destra, sta puntando con decisione ai voti dell’Ump. In una sorta di rincorsa con un nuovo appeal verso il centro del centrodestra francese. Lì, dove si annida la rinnovata verve di un François Sarkozy spiazzato dalle performances negli enti locali del Fn, è da ritrovare il vero obiettivo di Marine Le Pen prima di concentrarsi sul bersaglio più grosso. Non una deriva meramente centrista, dunque, bensì una ricostruzione, avvolgente e da zero, della macro area da contrapporre allo sfidante socialista.

UMP tra due fuochi
La debacle del candidato dell’UMP alle cantonali di Brignoles rafforza l’idea che il primo partito di opposizione nel Paese non è in grado di approfittare della disaffezione che colpisce la maggioranza. Come dire che dalle sventure di François Hollande l’accoppiata Copé-Fillon non riesce neanche a scacciare gli incubi di leadership con l’ombra appunto di Sarkò che li “minaccia” anche a livello psicologico. Il risultato è che il Fn potrebbe diventare (qualcuno sostiene che lo sia già diventato) il nemico numero uno dell’UMP. Ufficialmente la linea rimane la medesima sciorinata dalle note ufficiali, ma oggettivamente la formazione guidata da Jean-Francois Cope, dopo i travagli dei raduni estivi, ha dinanzi a sé due fronti: la sinistra che detiene il potere a Parigi e le truppe di Marine Le Pen che vogliono emergere come la vera alternativa, questa volta non solo di lotta ma anche di governo.

Il dato del 2013
Sin dallo scorso anno l’UMP ha mostrato di “soffrire” non poco i candidati locali del Front, sono lì a dimostrarlo i numeri delle primarie in netto calo rispetto anche solo al 2011. Come dire che, nonostante abbiano poi vinto le primarie, i volti dell’UMP hanno visto consumare sempre più il vantaggio che avevano sul Fn. Per giungere sino al 2013, dove la notizia non è solo nei numeri che premiano il Fn come potenziale primo partito di Francia, ma all’interno di un trend europeo di insoddisfazione nei confronti della classe dirigente che non ha saputo affrontare al meglio la crisi sistemica che ha colpito il Vecchio Continente. Quindi non solo le oggettive discrasie interne all’UMP (il derby Sarkò-Fillon, la presidenza del partito contesa, i falchi e le colombe che anche sotto la Tour Eiffel incrociano il fioretto) quanto il nodo stesso della futura Europa al centro di questo scenario, che presenta caratteri geopoliticamente interessanti da non ridurre nel semplice alveo del voto di protesta.

Alternativa credibile?
In questo Marine Le Pen starebbe tentando, secondo alcuni analisti, di compiere un balzo decisivo verso i lidi di una destra moderna ed europea, non affrancata dall’eterno bollino del rigurgito xenofobo e del no aprioristico, ma supportata da motivazioni nel merito di scelte e strategie messe in piedi dalla governance continentale. Quindi ampi paper sarebbero stati studiati ed approfonditi dalla leader alla voce vigilanza bancaria, ruolo sovranazionale dei meccanismi di controllo, rapporto futuro ed eventuale con la troika, ridefinizione del valore euro/yen ed euro/dollaro. Insomma, un’altra cosa rispetto alle ronde contro gli immigrati e ai presidi urlanti contro l’euro che sanno tanto di populismo in salsa leghista. Non è dato sapere adesso se questo retrolavorìo sotterraneo e analitico possa o meno essere foriero di frutti e consensi, ma il dado comunque vada sembra ormai tratto. E indica alle varie destre sparse nel continente, specialmente a quella iperbalcanizzata di casa nostra, che i no alle politiche di Bruxelles possono suscitare interesse anche nell’elettorato moderato solo se sono incorniciati in una veste analitica, con una competenza specifica su cause, effetti e strategie alternative. Contrariamente saranno destinate ancora a percentuali da prefisso telefonico.

twitter@FDepalo



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