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Così i Popolari italiani cercano di modificare il manifesto del Ppe per le Europee

Il Partito Popolare europeo ha predisposto un manifesto per l’Europa in vista del congresso di marzo e delle elezioni europee del 25 e del 26 maggio 2014. I gruppi parlamentari e i partiti aderenti al PPE hanno avanzato soggettive modifiche al documento per adeguarlo ad un’Europa diversa. I rilievi italiani, come osserva l’eurodeputato Giuseppe Gargani, vertono essenzialmente su due punti.

Religione
In primis la libertà di religione si pone su un livello di parità con gli altri diritti umani fondamentali. Inoltre particolare attenzione è rivolta alle “radici della nostra civiltà che sono quelle greco-romane e giudaico – cristiane”.

Crisi economica
In secondo luogo i riverberi sociali della crisi economica. Secondo i rilievi italiani a seguito del crack finanziario che ha colpito duramente tutti i cittadini europei occorre uno scatto di reni: “Dobbiamo affrontare questa recessione causata tanto dal regolamento difettoso nei mercati finanziari e scarsa integrazione nella zona euro. La crisi finanziaria non può deprimere l’economia reale: il patto di stabilità deve essere collegato ad un piano di sviluppo. Stabilità e crescita sono indissolubilmente legate”.

Unione politica
Ma accanto a rilievi correttivi la delegazione italiana del PPE ha inteso farne uno anche di carattere propositivo. Così, per uscire dalla crisi economica, “dobbiamo raggiungere l’unione politica europea, a guidare la strategia per la crescita economica e lo sviluppo della società civile. Questo è il principio del funzionalismo che abbiamo sperimentato con successo. Ma se si costruiscono solo strutture amministrative comuni, senza una leadership politica, l’Europa appare superflua e forse anche oppressiva, come movimenti populisti ed euroscettici spesso ci ricordano”. Per questo invitano a fare un passo in avanti per evitare il pericolo di declino che è evidente.

Passato vs futuro
Lungo i decenni passati il Partito popolare europeo ha contribuito attivamente a determinare il quadro politico dell’Unione europea: l’unità tedesca, il processo di allargamento, la valuta dell’Unione europea, un nuovo ordine geopolitico che ha permesso a un lungo periodo di pace, di crescita e di sviluppo. Ora, si legge nella proposta di Gargani, “è il momento di aggregare le culture politiche nazionali per un obiettivo comune europeo, per coinvolgere tutti i popoli e le nazioni d’Europa, in un comune progetto politico europeo. Saremo dunque forza l’unità politica dell’Unione europea come condizione per una forte solidarietà , sussidiarietà, un efficace e per una strategia di sviluppo efficace”.

Atto costituente
Per la prossima campagna elettorale, osserva a Formiche.net l’eurodeputato Potito Salatto, il PPE dovrà necessariamente individuare e indicare i temi per una legislatura 2014-2019 che “sia costituente, che modifichi l’assetto istituzionale attuale dell’Ue in modo da colmare quel deficit di effettiva democrazia ormai da tutti riconosciuto”. Così come dovrà porsi il problema di rivedere alcuni trattati che hanno frenato ogni reale possibilità di crescita o che sono stati superati dai fatti. Il riferimento è ad esempio “al trattato Basilea 3 che entrerà in vigore nel 2014 e che, imponendo forti capitalizzazioni alle banche, impedirà di fatto la loro capacità di liquidità per il credito a imprese e famiglie”. Inoltre aggiunse Salatto “è necessaria una revisione, in presenza degli attuali flussi migratori, della convenzione di Dublino in materia di domanda di asilo presentato in uno degli Stati membri dell’Ue. La convenzione risale al 1990: troppe cose sono cambiate da allora, bisogna adeguarla ai tempi. Solo facendo cose di questo genere si potrà arrestare quel clima di antieuropeismo che serpeggia ovunque tra gli elettori del Vecchio Continente”.

twitter@FDepalo


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