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Vi svelo i reali rapporti fra Renzi e Sel. Parla il vendoliano Migliore

Una testa di ponte per future strategie nel centrosinistra o solo un osservatore esterno e disinteressato? La presenza del capogruppo di Sel alla Camera, Gennaro Migliore, alla Leopolda è stata notata dai più, suscitando interrogativi circa la futura collocazione del partito di Nichi Vendola nel nuovo Pd post bersaniano. In questa conversazione con Formiche.net il deputato campano fa il punto sul programma di Matteo Renzi.

È vero che era alla Leopolda?
Sì certo, mi hanno invitato ed ero lì ad ascoltare.

In cosa si differenziano queste primarie rispetto a quelle di dodici mesi fa?
Quelle del 2012 mi interessavano in quanto di coalizione, mentre le prossime sono solo interne al Pd e quindi le osservo dall’esterno così come tutti i processi politici dei democratici. La differenza, dal mio punto di vista, è profonda ed anche rispetto all’obiettivo. Per dirne una, una cosa è candidarsi alla premiership per il Paese, altro alla segreteria di un partito.

Fabrizio Rondolino da queste colonne ha detto che Renzi viaggia con il sole in tasca: è così?
La peso come una delle tante iperboli giornalistiche che si ascoltano e che si attribuiscono a Matteo Renzi. Per quanto mi riguarda credo che la sua candidatura esprima una serie di contenuti che non sono condivisibili. Su altre proposte posso vedere una prospettiva utile se tendono a ricostruire il centrosinistra fuori dalla palude delle larghe intese. Ragion per cui ritengo che in questo dato momento si sta parlando del sindaco di Firenze in quanto possibile vincitore delle primarie, ma dal punto di vista delle sue proposte programmatiche registro un deficit legato alla mancanza del concetto fondamentale: la lotta per l’uguaglianza.

Ma proprio il rifiuto delle larghe intese può essere un primo punto di contatto tra Sel e Renzi?
Sarebbe di effettivo contatto se le larghe intese cessassero subito, in prospettiva è un punto su cui si può lavorare. Ma noi questo governo lo contestiamo tutti i giorni, perché siamo all’opposizione.

Dove non c’è contatto nei propositi renziani, magari alla voce liberalizzazioni e riforme?
Penso che nella costruzione del centrosinistra ci sarà bisogno di una componente autenticamente di sinistra, che in questo momento non vedo all’interno dei democratici. Non c’è la presenza di quei soggetti di movimento, sociali e sindacali che nel corso di questi anni e anche recentemente hanno portato alla luce i veri problemi strutturali del Paese: in particolare la casa, elemento devastante nella crescita della morosità incolpevole, ovvero persone che perdono il posto di lavoro con una serie di conseguenze.

Renzi è un anti sociale?
L’importante è che si intervenga sui processi di disuguaglianza che si stanno accumulando, quindi una riforma che preveda un rafforzamento e non un abolizione del welfare. Immagino la costruzione di un profilo che valorizzi le risorse pubbliche, a partire da Finmeccanica piuttosto che il rapporto con altre aziende pubbliche come la Rai. Insomma, di fronte a un pezzo intero del programma che avremmo voluto portare al governo con “Italia bene comune”, non c’è il riscontro.

Il governo Letta si è frapposto tra il Paese e quel vademecum?
Il governo delle larghe intese non ha all’esterno un’ispirazione positiva verso l’ansia di cambiamento  che invece Renzi incarna. Che da parte del sindaco di Firenze non si esplica in contenuti immediati.

Alla sinistra di Renzi, non restano che Cuperlo e Civati: neanche loro vi soddisfano?
Condivido la gran parte dei documenti che sono stati presentati da Civati e Cuperlo. Ma al contempo penso che nessuno possa avere il nostro appoggio.

Chi è il suo candidato ideale?
Non c’è, ci sarebbe bisogno di una proposta per tutto il centrosinistra: passaggio che non dispero si possa immaginare nei prossimi mesi.

Ma con quali premesse?
Solo se al primo posto vi fossero le battaglie sociali come la lotta alla disoccupazione, come programmi che non modifichino in senso regressivo la Carta costituzionale, che non vadano a solleticare alcuna ipotesi di presidenzialismo. Insomma, un centrosinistra che stia sui terreni dei diritti senza scendere a compromessi. Potremmo mai fare una buona legge sui matrimoni dello stesso sesso con Giovanardi? È un punto fondamentale su cui nessuno dei candidati alle primarie fa chiarezza. Per cui il passaggio diventa formalmente quello di costruire un percorso nel quale si dia spazio ad un vasto campo democratico e progressista, dove si raccolgono istanze che oggi purtroppo non sono evidenziate.

Quindi i candidati non renziani sono “protettori” del governo?
Dico che si discute solo in termini di futurologia del superamento delle larghe intese, ma nessuno lo propone operativamente oggi.

Per uscire dall’angolo non vi resta che la cosa rossa con Fiom e Idv, allora?
Non credo dovremo essere preoccupati di raccogliere pezzi organizzati ma in crisi. C’è bisogno di ricostruire la sinistra italiana e noi ci mettiamo a disposizione non per fare un’aggregazione delle varie componenti sconfitte nel corso degli anni, ma per allargare il campo della sinistra senza pulsioni di restringimento. Un compito che Sel si pone con grande chiarezza.

twitter@FDepalo

 



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