Ovunque si guardi in questo mondo ci sono segni di instabilità, distruzione e disperazione.
Eppure secondo l’Istituto Legatum di Londra, “nonostante i tumultuosi eventi degli ultimi cinque anni, la prosperità globale è in realtà ancora in aumento”.
Il Legatum Prosperity Index 2013, la classifica stilata annualmente dal Legatum Institute per fornire una fotografia della prosperità nel mondo e di come essa cambia nel tempo incorpora un mix di indicatori economici tradizionali accanto a misure di benessere e soddisfazione della vita. Il risultato è un elenco di 142 Paesi che coprono il 96% della popolazione mondiale e il 99 % del PIL mondiale classificati dai maggior ai meno prosperi.
I Paesi più felici e più tristi del mondo
La felicità è sicuramente soggettiva e su ciò che la definisce si può discutere all’infinito. Ma prosperità è uguale felicità? Secondo Forbes che ha riportato la classifica non sempre ciò è vero, ma sicuramente aiuta.
Guarda la top ten dei Paesi più felici del mondo (continua la gallery su Forbes)
A guidare il ranking sono due paesi europei, la Norvegia al primo posto per il quinto anno consecutivo e la Svizzera al secondo. Di 142 paesi l’Italia è al 32esimo posto per ricchezza, crescita economica, qualità della vita e prospettive future, un gradino più in alto rispetto al 2012.
In Europa il Regno Unito scende dal 13esimo al 16esimo posto, preceduto da Austria (15) e Germania (14); seguono la Francia (20) e la Spagna (23).
La prima potenza economica mondiale, gli Stati Uniti, per la prima volta quest’anno è fuori dai primi 10 paesi nell’indice complessivo (11esimo posto) mentre scende al 24esimo posto in quello solo economico.
In fondo alla classifica vi sono paesi devastati dalla guerra dove la libertà di espressione è limitata, l’educazione inesistente, la violenza una norma: Ciad, Congo, Repubblica Centrafricana, Afghanistan e Yemen.
I Paesi che invece hanno mostrato progressi più significativi rispetto all’anno precedente sono tutti nelle Americhe: Messico, Cile, Panama, Nicaragua e Brasile.
