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Google frantuma il Parlamento

La crisi morde e i governi, per fare cassa, provano a rendere più equa la tassazione sulle attività dei colossi del web come Google e Facebook, beneficiari in tutta Europa di alcune “scappatoie” fiscali.

Un percorso intrapreso o quantomeno discusso in molti Paesi del Vecchio Continenta tra i quali la Gran Bretagna, la Germania e, da poco, anche l’Italia. Due parlamentari filo-renziani del Pd, Ernesto Carbone e Francesco Boccia, hanno proposto un emendamento che punta a inserire nel ddl Stabilità una norma che riguarda tutto il commercio online e prevede di applicare le tasse italiane, come ad esempio l’Iva, alle multinazionali che operano in Italia.

Una rivoluzione che ha aperto un vero e proprio dibattito e spaccato il Parlamento. Nettamente contrario il mondo liberista, che giudica questa iniziativa l’ennesima tassa imposta di una politica italiana incapace di tagliare gli sprechi.

Ma, a sorpresa, ha manifestato la propria contrarietà anche Beppe Grillo, che sul suo blog ha pubblicato un commento che si chiede se la Google Tax non sia “illegale”. Tutto finito? Neanche per sogno. Perché se il comico genovese sembra opporsi a tassare maggiormente i paperoni della Rete, i parlamentari del Movimento 5 Stelle sembrano condividere l’iniziativa del Pd. E il dibattito, così, sembra ancora all’inizio.

Ecco alcuni degli approfondimenti dedicati da Formiche.net alla Google Tax:

Renzi contro Google di Michele Pierri

L’offensiva anti Google del Pd stupisce i piddini di Google? di Leopoldo Voronhoff

Google Tax, sbagliato tassare i paperoni del web? Le considerazioni di Francesco Galietti

Google tax, i liberisti asfaltano il liberista Renzi. Le opinioni di Piercamillo Falasca, Alberto Mingardi e Massimiliano Trovato

Grillo l’Amerikano difende Google dagli attacchi dei renziani

Google Tax, i renziani fustigano Grillo l’Amerikano. Le dichiarazioni di Ernesto Carbone e Francesco Boccia


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