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Strategia della tensione in salsa greca

Terroristi sì. Ma anche possibili servizi deviati. Sicari calmi, decisi e bene addestrati dicono i pm che indagano sulla morte dei due esponenti del partito neonazista greco di Alba dorata, freddati una settimana fa dinanzi alla sede ateniese da due killer con casco integrale. Sin dai primissimi rilievi è emerso che si tratterebbe di professionisti abituati a cose del genere, con modalità di intervento chirurgiche. La moto utilizzata per l’agguato e poi abbandonata alla periferia della Capitale era stata rubata lo scorso giugno. Inoltre da alcune immagini fornite da una telecamera di sorveglianza una terza persona era appostata in un’auto a pochi metri dall’agguato forse pronta in caso di emergenza.

Iorgos Fountoulis e Manolis Kapelonis (ricordati anche con uno striscione allo stadio Olimpico di Roma “il rosso è al tramonto, l’alba è dorata”) potrebbero essere le prime vittime di una nuova forma di terrorismo targata Setta Rivoluzionaria, il gruppo anarchico di cui si erano perse le tracce da tre anni, e che nel 2010 aveva ucciso il giovane inchiestista Sokratis Giolias. Ufficialmente per i suoi articoli contro l’eversione ma secondo alcune fonti per motivi politici, in quanto il giornalista era stato quello che per primo aveva indagato in Grecia sui famigerati swaps: il vero buco nero della crisi di cui nessuno parla e sui misteri dei bond greci alle prime avvisaglie della crisi. Solo supposizioni o un’ulteriore pista su cui concentrare le indagini?

Per dirne una, si era alla vigilia della crisi economica e la sua compagna non venne neanche interrogata dopo che i sicari lo freddarono sulla porta di casa. I pm liquidarono il tutto rapidamente come terrorismo, ma poi quella Setta sparì misteriosamente. Nè si è fatta viva in questi anni con i nazisti di Alba dorata in perenne visibilità sui media. Particolare che fa aumentare le domande su possibili coinvolgimenti di servizi deviati. In passato episodi simili in Grecia non sempre poi hanno ottenuto riscontri oggettivi: gli ultimi terroristi “veri” sono stati per certi versi Panagoulis e le azioni post Politecnico in risposta alla dittatura dei Colonnelli. Passando per il famigerato gruppo “17 novembre” sgominato nel 2003 con arresto e condanna dei leader: avevano ucciso 23 persone, tra cui il direttore della Cia ad Atene.

Un altro elemento che sta circolando con insistenza nei ragionamenti di commentatori e opinionisti del Paese fa riferimento al momento di crisi economica. Con l’arresto un mese fa dei leader di Alba dorata e la probabile candidatura di Alexis Tsipras (capo dei radicali del Syriza, attualmente primo partito in Grecia ma all’opposizione) a presidente del prossimo Parlamento europeo, in Grecia non resterebbe nessuno “a ficcare il naso” negli accordi della troika: che intanto è tornata ad Atene e chiede altri 2 miliardi di tasse (ne mettono una perfino sulle auto a metano). Cifra significativa per le disastrate finanze elleniche. Per cui non pochi sono quelli che vedono questo episodio, così come l’uccisione del rapper Pavlos Fyssas quaranta giorni fa, come due omicidi su cui troppi sono ancora i punti oscuri e i riscontri poco convenzionali. Con sullo sfonfo la mozione di sfiducia al governo delle larghe “intese con la troika” promossa dal Syriza che sarà votata oggi dal Parlamento di Atene.

twitter@FDepalo


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