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Ecco umori e malumori della destra di Meloni, Crosetto e La Russa

Sovranità nazionale, economica e monetaria contro l’europeismo retorico che puntella una Ue a trazione germanica nemica dei popoli.

Salvaguardia della tradizione, della famiglia naturale tra uomo e donna, della vita dal concepimento alla morte contro il predominio della globalizzazione relativista e omologante.

Richiamandosi a idee-forza del Movimento sociale, gli esponenti di Officina per l’Italia, il cantiere concepito da Fratelli d’Italia nell’ultima Festa di Atreju, annunciano la creazione di un nuovo progetto politico nel campo in fermento del centro-destra.

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POLITICI E INTELLETTUALI

Rifare l’Italia. Sovrana, libera, solidale è il nome dell’iniziativa promossa oggi al Teatro Sistina di Roma dal partito guidato da Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa. Al quale partecipano figure e realtà provenienti da diversi filoni culturali: Marcello Pera, Giulio Terzi di Sant’Agata, Adriano Teso, Giuseppe Cossiga, Magdi Cristiano Allam, Luciano Ciocchetti, Giulio Tremonti. E che trae stimolo da un manifesto intitolato “Idee per un popolo sovrano”, redatto da Renato Besana e sviluppato in 6 parole declamate dall’archeologo Giampaolo Rossi e da Valeria Grasso, imprenditrice che ha denunciato il racket mafioso e vive in regime di protezione come testimone di giustizia: “Verità, identità, sovranità, crescita, legalità, solidarietà”.

VERSO UNA NUOVA CASA DELLE LIBERTA’

È con tale profilo e bagaglio di riferimenti che l’Officina irrompe nella galassia magmatica del centro-destra italiano. Rivendicando la propria originalità nel campo conservatore, dalla rinata Forza Italia al Nuovo Centro-destra, fino al ritorno ad Alleanza Nazionale. Ma il clima polemico che pervade quel mondo frammentato non impedisce ai promotori di “Rifare l’Italia” di immaginare la costruzione di un’alleanza delle forze alternative ai progressisti. Confermando la tendenza emersa nella giornata di ieri verso una riedizione della Casa delle libertà.

LE LINEE GUIDA DEL PROGETTO MELONIANO

L’iniziativa promossa dall’Officina aspira a rimettere in gioco la cornice della crisi e dell’immobilismo economico-sociale italiano. È il parlamentare europeo di FDI Carlo Fidanza a illustrare la necessità di “liberare il Vecchio Continente dalla gabbia fonte della spirale debito-recessione, imposta da Angela Merkel nel 2011. Per costruire una Ue fondata su sovranità, interesse, cultura e tradizione degli Stati nazionali, in grado di rinegoziare i parametri di bilancio comunitari concepiti su dati di crescita oggi inesistenti, capace di tutelare le imprese e i prodotti europei contro la concorrenza sleale e di non abbandonare a un unico paese le politiche sull’immigrazione”. Pasquale Viespoli focalizza l’attenzione sulla “risposta partecipativa, di passione e dibattito alla crisi del centro-destra, ben diversa dalla reazione verticistica e mediatica giunta ieri”. E nutre fiducia nella prospettiva di “una grande alleanza nazionale e popolare, la prima forza della Terza Repubblica, che ricomponga la frattura nel mondo della destra italiana, nelle istituzioni, tra le generazioni e nei territori”.

LA MISSIONE DEL CENTRODESTRA 

Antonio Guidi ascrive al futuro centro-destra il compito di “riempire il vuoto degli anziani in difficoltà, delle persone malate che certo mondo progressista e radicale vorrebbe condannare all’eutanasia, dei bambini mai nati per l’aborto, la manipolazione genetica, o la diagnosi pre-impianto dell’embrione”. Magdi Cristiano Allam invoca “la costituzione di un fronte europeo che rifiuti di omologarsi all’Ue a egemonia finanziaria e affermi le identità locali, nazionali, tradizionali contro il predominio del globalismo e dell’occupazione islamica”. E ne prospetta i possibili partner: Front National francese, UKIP britannica, Alternativa per la Germania.

I PILASTRI IDEALI DI UN MOVIMENTO DI DESTRA

Entusiasta del progetto è Gianni Alemanno, che ne mette in rilievo la cultura di fondo: “Identitaria e comunitaria, nazionale e popolare, fondata sui valori della persona, della famiglia, della vita e sulla dottrina sociale della Chiesa. Fondamento di un partito della Nazione che deve essere aperto a tutti, compresi i fautori della rinascita di AN”. Lo grida con forza a Lidia Ravera “che ha liquidato il feto come un grumo di materia cellulare”, a Ignazio Marino “che nel cuore della cristianità ha parlato di adozioni per le coppie gay”. Lo grida, “in un mondo in cui l’identità dell’Italia sta scomparendo”, verso “la rivendicazione leghista delle piccole patrie locali, verso l’aspirazione catto-comunista e pacifista di un popolo sganciato dalla nazione, verso la visione liberal-liberista indifferente all’acquisizione dei gioielli industriali italiani da parte di capitali stranieri”. Lo grida a un governo “che entro la fine dell’anno, se la crisi provocata dal Fiscal Compact e dall’austerity finanziaria non cambia rotta, rischia di vedere calare la troika a stabilire le scelte strategiche per i futuro togliendoci ogni indipendenza. E a quel punto dovremo rimettere in discussione la nostra presenza nell’area della moneta unica”.

MESSAGGI DI PACE VERSO L’ALLEANZA NAZIONALE DI STORACE E MENIA

Un segnale di riconciliazione ai “ri-fondatori” di Alleanza Nazionale viene lanciato da Ignazio La Russa, il quale indica le fonti ispiratrici del nuovo movimento nell’Assemblea di Fiuggi del gennaio 1995 che segnò l’atto di nascita di AN. Agli esponenti di Forza Italia e a Silvio Berlusconi, che promettono opposizione intransigente al governo di larghe intese e alla politica europea di bilancio, l’ex responsabile della Difesa richiama la coerenza dei comportamenti: no secco ai governi tecnici e alle alleanze con i progressisti. Esortazione ai parlamentari europei a uscire dal PPE a guida ed egemonia tedesca. Conservazione del reato di immigrazione clandestina, “argine contro i viaggi della disperazione e l’afflusso di persone extra-comunitaria nelle fila della criminalità organizzata”. Rientro dei marò tuttora detenuti in India a costo di candidarli all’Assemblea di Strasburgo se la loro vicenda non sarà risolta nel 2014.

LE CRITICHE VERSO IL PDL

Il più critico con gli “ex amici” del Pdl è Guido Crosetto: “Abbiamo agito per coniugare Italia e speranza, rifiutando il declino programmato dell’Ue e la decrescita felice invocata da Beppe Grillo. Restiamo alternativi a una politica che, come in Basilicata, ha pensato a occupare posti di potere senza promuovere lo sviluppo di un paese con risorse tali da trasformarlo nella California d’Europa”. Un mondo politico in cui l’ex parlamentare di Forza Italia comprende il centro-destra “privo del coraggio di riconoscere i propri errori”. È per questo motivo che egli “rifiuta l’alternativa tra Angelino Alfano da una parte e Denis Verdini e Sandro Bondi dall’altra”.

LA LEADERSHIP CONFERMATA DI GIORGIA MELONI

Autentica protagonista della Convention e beniamina del “popolo della destra” resta Giorgia Meloni. Destinata a giocare un ruolo di spicco se e quando il rassemblement conservatore celebrerà le primarie per la scelta del proprio leader. Preceduta da un video che affianca “I ragazzi della Via Pal” e Filippo Tommaso Marinetti, il giubilo per la vittoria di Vittorio Veneto e il volto di Giorgio Almirante, la storica foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e l’effige di Giovanni Paolo II, l’ex ministro della gioventù richiama la “Compagnia dell’anello” del celebre libro di John Ronald Tolkien come metafora di un mondo costituito da identità e storie ricche della propria specificità. Poi illustra il valore di un progetto “fondato non su organigrammi, strutture, nomi e vertici bensì su idee di grande respiro. Che vanno oltre la riesumazione di FI e AN, lo scimmiottare un tempo che non c’è più”. Rivendica  l’impegno a ricomporre la storia della destra e di Alleanza Nazionale. Ma anziché “ripescare vecchi simboli con facili scorciatoie”, aspira a creare il “partito della Nazione, solidale e comunitaria, di persone che sono tasselli di un unico puzzle”.

L’EUROPA SECONDO I FRATELLI D’ITALIA

Una forza in grado di “restituire nel terreno previdenziale equità alle future generazioni rispetto ai privilegi frutto della mentalità del Sessantotto; di ostacolare la desertificazione produttiva italiana provocata dalla concorrenza sleale di aziende cinesi che non rispettano gli standard occidentali e evadono il fisco per oltre 1 miliardo di euro all’anno; di rivendicare all’Italia le proprie radici cristiane e la dignità di primo contribuente Ue in rapporto al PIL, contro governanti supini a potentati e oligarchie finanziarie come Enrico Letta”. Una formazione “capace di battersi per l’Europa di libertà e di popoli tanto a lungo sognata, così lontana dall’Ue attuale verso cui abbiamo il dovere di un sano euro-scetticismo; contro mafie e illegalità a partire dai 60 miliardi di euro di corruzione; per l’incandidabilità a vita dei condannati con verdetto definitivo per reati contro la pubblica amministrazione”.

AVANTI CON LE PRIMARIE

Adesso che nel centro-destra tutti vogliono ripetere le operazioni del passato e si richiamano ai principi di vent’anni fa o addirittura al pentapartito, rimarca Meloni, “noi vogliamo archiviare la seconda Repubblica comprese le Cinque Stelle”. Fautrice del coinvolgimento della base nella scelta dei gruppi dirigenti, la leader di Fratelli d’Italia promette elezioni primarie il 26 gennaio, anniversario della fondazione di AN. Esclusivamente su tali basi ritiene percorribili percorsi condivisi con le altre forze del centro-destra: “Forze che nelle condizioni di guerra scatenata dalla finanza contro i popoli non possono certo avere l’etichetta di moderate”.

 

 


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