Il Papa ha promulgato il 18 novembre il motu proprio con cui approva il nuovo Statuto dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif). Il provvedimento entrerà in vigore giovedì prossimo.
LE NOVITA’
Il nuovo Stato distingue i ruoli e le responsabilità del presidente, del consiglio direttivo e della direzione per assicurare che l’Aif possa svolgere più efficacemente le proprie funzioni, con piena autonomia ed indipendenza e coerentemente con il quadro istituzionale e giuridico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Viene inoltre istituito un apposito ufficio per la vigilanza prudenziale e lo dota delle necessarie risorse professionali.
LA VALUTAZIONE DEL SOLE
Come sottolinea Carlo Marroni sul Sole 24Ore, “con il nuovo Statuto perde decisamente potere il presidente dell’ente, il cardinale Attilio Nicora, e prende sempre più peso la struttura tecnico-giuridica, guidata dall’avvocato svizzero René Brulhart“.Le nuove norme promulgate dal Papa, infatti, prevedono che “al presidente sia delegata la presidenza del comitato direttivo e la rappresentanza legale, oltre al potere di firma, mentre in precedenza aveva un più ampio raggio d’azione, potendo sorvegliare e promuovere l’attività dell’Aif”.
AIF PIU’ LAICA
Si tratta di una modifica sostanziale al precedente Statuto risalente a fine 2010, periodo in cui Benedetto XVI istituì con motu proprio l’Autorità di informazione finanziaria. Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera spiega che il nuovo Statuto provvede a “laicizzare completamente la struttura” dell’agenzia. In un immediato futuro – scrive Calabrò – “il presidente dell’Aif non sarà più, con ogni probabilità, un cardinale”. Le nuove norme prevedono che il presidente sarà scelto “tra persone di provata onorabilità, senza conflitti d’interessi e con riconosciuta competenza nei campi giuridico, economico, finanziario e negli ambiti oggetto dell’attività dell’Autorità”.
La modifica è stata resa necessaria in seguito alle ripetute indicazioni di Moneyval, l’organismo del Consiglio d’Europa che si occupa di antiriciclaggio. Tra qualche settimana, sarà valutato lo stato dell’adeguamento della Santa Sede alle norme internazionali. Nell’estate del 2012 la promozione c’era stata, ma solo parziale.
I SUGGERIMENTI ACCOLTI
Ora, con il motu proprio di Bergoglio, si “rafforzano le iniziative già prese allo scopo di prevenire e combattere sempre meglio eventuali attività illecite nel settore economico-finanziario, come pure per contrastare il finanziamento del terrorismo e la proliferazione delle armi di distruzione di massa”. Particolare non di poco conto, il testo del provvedimento sottolinea come alla base della decisione del Pontefice ci siano anche “i suggerimenti della Commissione referente sull’Istituto per le Opere di Religione” istituito con chirografo il 24 giugno scorso.
IL RUOLO DI ERNST&YOUNG
Novità in arrivo anche per il Governatorato, guidato oggi dal cardinale Giuseppe Bertello. La commissione incaricata di ristrutturare l’apparato amministrativo-finanziario della Santa Sede avrà presto la possibilità di accedere ai risultati della consulenza firmata da Ernst&Young sulle attività economiche e sui processi di gestione amministrativa dell’ente. Una consulenza, quella della società di certificazione dei bilanci, affidata proprio in accordo con tale commissione.
IL DESTINO DELL’APSA
Secondo quanto scrive Marco Ansaldo su Repubblica, i prossimi passaggi dell’opera di trasparenza promossa dal Papa toccheranno lo Ior e l’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica. Stando alle indiscrezioni riportate sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, è qui che si concretizzerebbe il piano “di ristrutturazione più corposo”, con l’Apsa “che potrebbe trasformarsi del tutto, contemplando addirittura la chiusura e la sua sostituzione con un ente dal nome diverso, e una sezione dedicata agli investimenti dalla quale sparirebbe la gestione degli immobili affidata a un ente di nuova istituzione”. Da mesi, dopo l’arresto di mons. Nunzio Scarano, la questione Apsa è finita sul tavolo di Francesco. A rischio, si era vociferato tra agosto e settembre, c’era pure la poltrona dell’attuale presidente, il cardinale Domenico Calcagno, legato all’ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
GLI ATTRITI BERTONE-NICORA
Ior e Apsa, dopotutto, hanno rappresentato per anni il terreno di scontro tra Bertone e Nicora (che proprio di Calcagno era il precedessore all’Apsa). Fu l’ex segretario di Stato, nel 2012, a chiedere che i poteri dell’Autorità di informazione finanziaria (voluta da Benedetto XVI nel 2010) fossero ridimensionati a vantaggio della segreteria di Stato e del Governatorato. Fu in quella battaglia per il controllo delle strutture economico-finanziarie del Vaticano che iniziò a diffondersi lo scandalo Vatileaks.